Cronaca locale

Bimba colpita da meningite dopo la vaccinazione all’Asl

Il caso in tribunale. Il pm: «C’era il consenso informato, archiviamo». Ma il gip intende riaprire le indagini

Uno spartiacque lungo undici giorni. Un prima e un dopo nella vita di una bambina di due anni e mezzo. Il passaggio dalla salute alla malattia che si consuma drammatico e improvviso. Nel mezzo, una semplice vaccinazione consigliata prima di andare all’asilo nido. Un’iniezione che potrebbe essere all’origine di una grave malattia, un nesso causale difficile da stabilire, e un modulo firmato (il cosiddetto «consenso informato») intorno al quale si gioca la partita tra il pubblico ministero - che avanza la richiesta di archiviazione - e il giudice per le indagini preliminari - che potrebbe chiedere di riaprire le indagini.
Nel fascicolo, che giace a lungo in Procura nel tentativo di individuare eventuali responsabilità mediche, si ipotizza il reato di lesioni colpose. Paola (il nome è di fantasia), viene accompagnata dai genitori alla Asl di Rozzano per una vaccinazione cosiddetta «trivalente», ovvero contro morbillo, parotite e rosolia. Non un’iniezione catalogata come obbligatoria, ma tra quelle «fortemente consigliate» dal ministero della Sanità. L’azienda sanitaria - come è prassi in questi casi - fa firmare un documento con il quale mette al corrente il padre e la madre della bambina dei rischi del vaccino. Rischi minimi, certo, ma comunque possibili e dunque segnalati. Un elemento, questo, che secondo il pubblico ministero Maurizio Romanelli è sufficiente a scagionare i medici da ogni responsabilità e a chiedere l’archiviazione dell’inchiesta. Non così per il giudice Giuseppe Gennari, secondo il quale, invece, resta ancora da capire quanto quel consenso fosse realmente informato. Inoltre, al gip spetta anche il difficile compito di stabilire se esista un nesso tra la vaccinazione e l’insorgere della malattia. Perché passa poco più di una settimana, e Paola comincia a stare male.
Undici giorni, per l’esattezza. Undici giorni durante i quali la bambina comincia a manifestare le prime avvisaglie di una grave malattia. Mostra le prime difficoltà di deambulazione, inizia a perdere forza negli arti, ha difficoltà ad articolare le parole. E più il tempo passa, più i sintomi peggiorano. Viene portata in ospedale, dove le viene diagnosticata una encefalopatia postvaccinica. Una forma di meningite, un grave disturbo neurologico che la piccola si porterà per la vita.
Dopo la denuncia dei genitori, la Procura apre un fascicolo a carico di ignoti. Ma la documentazione a disposizione del magistrato sembra scoraggiare ogni iniziativa penale. Di qui, la richiesta di archiviazione avanzata dal pm Romanelli.

Non così per il giudice della indagini preliminari, che per il prossimo 28 marzo ha fissato un’udienza camerale per ascoltare le parti in causa, chiudersi in camera di consiglio, ed eventualmente chiedere che l’inchiesta venga riaperta per approfondire i profili di responsabilità.

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