Bin Laden catturato grazie al poker? Tradito dalla passione di un suo corriere

C’è una connessione tra la morte di Osama Bin Laden è il cosiddetto «Black Friday» del poker online americano? Apparentemente no, ma negli Usa, dove la morte di Bin Laden continua a far discutere, c’è chi è giunto anche a questa conclusione. Si tratta del blogger di The Real Deal, la pagina dedicata agli appassionati del poker curata dalla rivista Atlantic City Weekly. Mike Pritchard – questo il nome del blogger – sarebbe pronto a dimostrare come il blitz della polizia federale statunitense negli uffici degli operatori di poker online negli Stati Uniti il 15 aprile scorso sarebbe in realtà «un’operazione della Cia per entrare in possesso dei registri dei movimenti di gioco provenienti da Pakistan e Afghanistan. Sembra infatti – ha anticipato Pritchard - che uno dei corrieri di fiducia di Bin Laden fosse un fanatico di poker».
Già nell’agosto del 2010, gli Usa sapevano che Bin Laden era nascosto in Pakistan, ma sarebbero riusciti a risalire all’esatta locazione del covo solo grazie alle rivelazioni dei terroristi Khaled Sheikh Mohammed e Abu Faraj al Libi, che avevano rivelato l’identità del corriere usato da Osama. Secondo Pritchard sarebbe avvenuta una vera e propria «trattativa» tra gli operatori di poker e la Cia, con quest’ultima che avrebbe promesso la riapertura dei domini e lo sblocco dei conti bancari solo in cambio di tutte le informazioni relative alle transazioni di gioco con il Pakistan e l’Afghanistan.

«Poi, pochi giorni dopo aver avuto accesso alle informazioni sul corriere – spiega Pritchard - il governo si sarebbe mosso per la cattura dello Sceicco del Terrore». Pritchard promette di approfondire la vicenda sul suo blog.

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