Binho e Ibra uomini in più del Milan rimasto in 10

Ci sono delle prove che una squadra leader del campionato deve superare per sentirsi fino in fondo degna della propria classifica e del proprio destino. Una di queste prove del nove è quella superata, in modo brillante, a dispetto delle tante complicazioni vissute a Catania dal Milan, ieri sera. Non tanto per il risultato, netto e indiscutibile, non solo per l’identità dei suoi magici eversori, Robinho e Ibrahimovic, ma per le modalità del successo ottenuto in trasferta (è il settimo in undici viaggi della serie). E maturato nella seconda frazione quando il Milan si ritrova, dopo meno di dieci minuti, sotto di un uomo. Tagliavento, troppo fiscale nella circostanza, punisce con il secondo giallo un intervento di Van Bommel, già ammonito in precedenza. A quel punto, il Milan, ferito, tira fuori gli artigli. E anzi firma una perfomance persino più efficace di quella precedente, in parità numerica, quando può contare solo su una puntura di ape da parte di Cassano per il portiere argentino.
A quel punto, Allegri si attrezza con l’ingegno dell’artigiano: dapprima chiama Thiago Silva a centrocampo e la mossa gli consente, più avanti, di godere di un lancio millimetrico, poi cementa la difesa arruolando Oddo e spostando Bonera al centro in coppia col pirata Yepes. Quando la situazione, da difficile si fa addirittura tragica per l’infortunio di Ambrosini (a venti minuti dalla fine circa), l’ingresso di Jankulovski, le risposte della difesa, organizzata in ogni centimetro di prato, dimostrano che il Milan ha lo spirito guerriero delle stagioni da ricordare. E infatti proprio allora, quando il Catania s’illude di poter domare il rivale, ecco che Ibra e Robinho, rimasti da soli in attacco, mettono a ferro e fuoco la difesa siciliana. Lo svedesone si fa vivo con una punizione da bella distanza, il brasiliano prima mette in buca il settimo pallino poi apparecchia il cross che può consentire al sodale di timbrare il cartellino. Sembra tornato il Milan eroico di una volta, capace di esaltarsi nelle difficoltà e di risolvere così una partita definita, con qualche premonizione, «incasinata» alla vigilia.

Il Catania fa esattamente il contrario del Milan: in 11 contro 11 mette qualche ansia ai rossoneri, senza peraltro impensierire Abbiati, poi invece ne subisce il fascino e anche la cattiveria agonistica, finendo ai piedi della capolista. Il debutto italiano di Diego Simeone non è dei più promettenti: due sconfitte su due. Non è il caso di richiamare Giampaolo?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica