Una biografia della Nato la super alleanza "riluttante"

Peter Apps in "Contro la fine del mondo" analizza la storia e le prospettive future del Patto Atlantico

Una biografia della Nato la super alleanza "riluttante"
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"Credo fermamente che, se la Nato fosse nata prima, non ci sarebbe stata una Seconda guerra mondiale. Credo anche che il rafforzamento della Nato rappresenti la migliore speranza per prevenire una terza". Sono le parole che il Feldmaresciallo visconte Bernard Montgomery disse agli studenti del nuovo Collegio di Difesa della Nato nel 1953.

Era ovviamente una sede molto di parte e quella di Montgomery, primo vicecomandante dell'alleanza, era un'opinione molto di parte ma rende bene l'idea della tetragona convinzione con cui i fondatori dell'Organizzazione del Trattato Nord Atlantico e delle sue prime strutture civili e militari sostenevano la sua necessità. Vedevano l'unione delle democrazie europee e nordamericane all'interno di un sistema di autodifesa collettiva come il miglior modo di prevenire una catastrofe in Europa. E ovviamente una catastrofe fatta di sottomissione all'Urss o di bombe atomiche.

E il risultato, comunque lo si giudici è straordinario: la Nato è l'alleanza internazionale più duratura della storia, l'unico precedente paragonabile potrebbe essere la Lega Delio - Attica, l'unione delle città Stato capitanate da Atene, formatasi contro i Persiani nel 478 a.C. e smantellata settantaquattro anni dopo.

Ma la Nato sembra essere invece tutt'altro che in fase di smantellamento visto il recente ingresso, per paura della minaccia russa, di Svezia e Finlandia. Sia chiaro è - come riconoscono perfino i suoi sostenitori più convinti - un'intuizione altamente imperfetta, afflitta da divisioni croniche e in cui il processo decisionale, basato sul consenso, può talvolta portare a non prendere alcuna decisione. Ciononostante, dal momento della firma del trattato l'Alleanza si è dimostrata straordinariamente efficace nel garantire che neanche un centimetro del suo territorio nell'area del Nord Atlantico cadesse in mano a potenze straniere. Il risultato: una lunghissima pace, magari difficilmente distinguibile da una Guerra fredda, che ora si ripropone e si scalda.

Questa la lunga vicenda raccontata da Peter Apps in Contro la fine del mondo. Una biografia della Nato (Luiss, pagg. 566, euro 25). Apps, prima soldato, poi reporter di guerra e poi scrittore è il direttore del Project for Study of the 21st Century, blasonato think tank britannico gestito da veterani che esamina le principali questioni geopolitiche. Nel saggio esamina corsi e ricorsi della Nato fornendo una chiave per capire meglio il presente.

Ad esempio la sottovalutazione del pericolo proveniente da Est. Nello scoppio della attuale guerra in Ucraina è evidente.

L'ammiraglio Robert Bauer, che è stato presidente del comitato militare della Nato lo ha sintetizzato così: "Per anni e anni il tempo è stato dalla nostra parte... Abbiamo pensato per un po' che se avessimo avuto relazioni reciproche con una nazione con cui commerciamo e con la quale abbiamo una interdipendenza economica, non ci sarebbe mai stata guerra. Be', questo si è rivelato falso".

Non è una novità. La Nato è germinata proprio da un errore di sottovalutazione. Scriveva Churchill a Truman il 12 maggio 1945: "Vengo a sapere che metà della forza americana in Europa ha già iniziato a spostarsi verso il teatro del Pacifico... In breve tempo, la nostra potenza militare sul continente sarà svanita, tranne che per l'impiego di forze modeste per tenere sotto controllo la Germania... Nel frattempo cosa accadrà riguardo alla Russia?".

Truman però trovava fastidiosa la posizione intransigentemente antisovietica degli Inglesi. Una posizione che venne ben presto sposata anche dal nuovo ministro degli Esteri laburista dopo la caduta di Churchill. Se Churchill aveva addirittura ventilato la creazione di un piano britannico per colpire da soli in modo preventivo l'Urss, Ernest Bevin mise immediatamente sotto pressione gli Usa per giungere alla creazione di un accordo difensivo. Un lungo lavorio diplomatico che sfociò nella creazione della Nato il 4 aprile 1949. Si passò dal disinteresse americano al piano Marshall e dal piano Marshall al ponte aereo per impedire che Berlino crollasse sotto l'assedio sovietico.

Questa è soltanto una delle molte vicende raccontate da Apps che segue lo sviluppo della Nato dalle pretese di indipendenza di De Gaulle - per molti versi salvifiche per l'Europa - alla scelta di Reagan di alzare la posta nel conflitto freddo con i sovietici, dagli effetti della crisi di Cuba sino alla Nato interventista dopo la caduta del muro di Berlino.

Sino alla Nato dei nostri giorni, passata dal ruolo di poliziotto mondiale a quello di nuovo baluardo verso Est. Con una sfida così enorme che per la prima volta la Nato potrebbe fallire il suo compito, ovvero quello di lottare contro "la fine del mondo".

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