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Biondi: «Violata la Costituzione»

«Se Carraro dice che non può mettere la testa sotto la sabbia, vuol dire che se ne dovrà togliere un po’ dagli occhi, per tutte le volte che ce l’ha messa finora». Replica così Alfredo Biondi, uno dei legali del pool del Genoa, alle parole del presidente della Federcalcio. Che però, dopo la dura presa di posizione contro il ricorso che ha bloccato i calendari, si lascia sfuggire anche considerazioni che sembrano ammettere l’eccezionalità del caso-Genoa, cioè di un ricorso fatto per violazione di diritti costituzionali. Qualcosa che viene definito «un problema successivo» alla «legge del 2003 che è molto chiara», ma che si riferisce a problemi di iscrizioni ai campionati. «Non sono riuscito a interpretare i silenzi di Carraro - replica Biondi -. Mi riesce difficile interpretare le sue parole». Ma anche quella frase «senza il caso Genoa oggi le iscrizioni sarebbero state complete» detta dal numero uno della Figc fa capire che la sospensiva ordinata dal giudice civile di Genova Alvaro Vigotti è tutt’altro che trascurabile, anche per la Federcalcio. Anche Carraro insomma riconosce che Tar del Lazio e Consiglio di Stato non potrebbero giudicare questa situazione nuova. «Qui non si tratta più di interessi legittimi, ma di diritti - chiosa Biondi -. E quando i diritti civili di una persona (come Preziosi) o di una società (come il Genoa) o dei suoi stessi tifosi vengono violati, in spregio anche alla Costituzione, non c’è ordinamento autonomo o clausola compromissoria che regga.

Tutti devono rispettare la Costituzione, anche Carraro».

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