Il muro eretto da Bankitalia per bloccare l’accesso di Enzo Chiesa nella stanza di comando di Bipiemme appare invalicabile. Le trattative sono proseguite nella notte, ma malgrado la missione d’emergenza in Via Nazionale di Andrea Bonomi e di Filippo Annunziata, a poche ore dalla riunione del Cds che questa mattina dovrebbe dare corpo al Cdg manca la soluzione per reincollare i cocci della governance e decidere il nuovo capo azienda. Non solo: i legali non sarebbero ancora riusciti a perfezionare la registrazione del nuvo statuto duale.
Bpm rischia quindi l’impasse. A preoccupare il numero uno di Investindustrial, che era già stato a Palazzo Koch lunedì,è soprattutto l’aumento di capitale da 800 milioni. Il consorzio di garanzia guidato da Mediobanca pare pronto a una proroga di un paio disettimane rispetto al termine del 31 ottobre ma molto dipende se ci sarà una schiarita sul capo azienda: impegnato in prima linea una soluzione lo stesso ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel.
Già lunedì l’associazione Amici aveva difeso Chiesa, mentre Bonomi cercava di fargli digerire la direzione generale. Ieri un frenetico rincorrersi di ipotesi: prima quella di prendere «in prestito » per un anno Massimo Di Carlo da Mediobanca, in attesa di promuovere Chiesa. Piazzetta Cuccia smentisce tutto, definendo l’impianto«privo di qualsiasi fondamento ». Quindi il «piano B»: il Cds nomina un Cdg a termine fino alla prossima assemblea inserendo nel board, presieduto da Bonomi, lo stesso Chiesa (come capo azienda), Dante Razzano (uomo di fiducia in Investindustrial), Alessandro Foti e infine Pietro Modiano (sponsorizzato dalla Fisac) o Davide Croff (poco gradito alla base per la precedente vicinanza al Fondo Amber).
In questo caso sarebbe saltata la candidatura di Carlo Salvatori a consigliere delegato, ma Bankitalia non sembra disposta a piegarsi malgrado l’offerta in extremis dell’Associazine Amici di sacrificare nel Cds 4 consiglieri uscenti: il diktat di Palazzo Koch, in nome della «sana e prudente gestione », è di escludere dal vertice di Bpm chiunque abbia già avuto incarichi direttivi nel gruppo. Chiesa ha già fatto sapere che, se insoddisfatto, chiederà la risoluzione del contratto. Nel frattempo, il presidente uscente Massimo Ponzellini ha allertato d’urgenza il vecchio cda per giovedì, così da rimediare all’aumento nel caso fosse impossibile formare il Cdg ma la sovrapposizione del precedente board con Cds e Cdg, fa apparire Bpm simile a un Cerbero tricefalo.
Piazza Meda si sente ferita nell’orgoglio, la base studia eventuali ricorsi su un’assemblea consumata tenendo all’oscuro i soci della tagliola di Bankitalia.
Nel frattempo la lista di Marcello Messori si sfalda definitivamente: nel Cds entrano Carlo Dell’Aringa, Mauro Paoloni ed Enrico Castoldi, gli altri si sono ritirati, motivando il passo indietro con l’amarezza per un’assise condizionata nell’esito ( dal momento che Chiesa era sostanzialmente ineleggibile) e dal non poter incidere sul futuro della banca.
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