Il Biscione va al contrattacco per fermare il maxi-rimborso

MilanoLa decisione - ampiamente prevista - che segna la riapertura ufficiale delle ostilità viene resa nota con un comunicato Fininvest alle 16 di ieri pomeriggio: il gruppo della famiglia Berlusconi impugnerà in appello la sentenza del giudice Raimondo Mesiano che il 3 ottobre scorso ha condannato il Biscione a risarcire 750 milioni alla Cir di Carlo De Benedetti. Il consiglio d’amministrazione Fininvest dà mandato all’amministratore delegato Pasquale Cannatelli di firmare gli atti legali. Due gli obiettivi dichiarati: ottenere l’annullamento della sentenza di Mesiano e, prima ancora, ottenere che ne venga nel frattempo bloccata l’efficacia. Ottenere, cioè, di non dover versare subito il gigantesco risarcimento che - secondo la sentenza Mesiano - dovrebbe ricompensare l’Ingegnere della sua sconfitta nella «guerra di Segrate» del 1991 per il controllo della casa editrice Mondadori.
Ed è proprio su questo secondo punto che si annuncia lo scontro più immediato. Perché - come ben sanno i milanesi sconosciuti e illustri - i tempi della giustizia civile sono ormai sterminati. E quindi prima che una Corte d’appello si pronunci sull’affare Mondadori, stabilendo se e in che misura il mega-bonus deciso da Mesiano spetti davvero a De Benedetti, passeranno degli anni. Per esempio, cause d’appello per risarcimento danni avviate quest’anno sono state rinviate per l’udienza di precisazione delle conclusioni - quella che prelude alla sentenza - all’autunno del 2011. Se Fininvest dovesse scucire sull’unghia, oggi, 750 milioni, prima di vedersi dare ragione e rendere il denaro dovrebbe attendere molto a lungo. Troppo a lungo, sostengono i legali: soprattutto se si considera l’impatto che il risarcimento avrebbe sull’equilibrio dei conti della holding di via Paleocapa.
Blocco immediato dell’esecuzione della sentenza, dunque, chiedono Romano Vaccarella e gli altri legali Fininvest. Il ricorso - cui lo staff del Biscione ha lavorato intensamente anche prima del via libera ufficiale - verrà depositato nel giro di pochi giorni. Atto lungo e complesso («d’altronde - dice Vaccarella - siamo davanti ad una sentenza che fa acqua da tutte le parti») che punta a demolire i tre punti base della sentenza di Mesiano: la presunta «anomalia» della sentenza che consegnò la Fininvest a Berlusconi; la responsabilità di Berlusconi, che «non poteva non sapere» della corruzione di uno dei tre giudici che la emisero; la astronomica quantificazione del danno.


L’appello del Biscione dovrebbe venire assegnato alla Seconda sezione della Corte d’appello milanese: cioè la sezione cui è stato trasferito l’autore della sentenza di primo grado, il giudice Mesiano, recentemente promosso. Ma ovviamente non potrà essere lui ad occuparsene.

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