La bizzarria di Flor sul podio della Verdi tra Gabrieli e Haydn

In programma nei prossimi giorni Wagner, Strauss e Mahler

Pieranna Franini

Un programma inusuale, ma che fino ad ora ha raccolto larghi consensi, «in un primo momento tutti sono un poco scettici, poi, a concerto finito, dagli uffici marketing mi si chiede di riproporlo». Parola di Claus Peter Flor, il direttore di Lipsia, accasato a Berlino, un contratto di Direttore principale ospite a Dallas e a Milano con l’Orchestra Verdi (dal 2003). Il programma in questione è quello che impegna la Verdi questa settimana, all’Auditorium in largo Mahler. La «bizzarria» sta nell’accostamento di pagine di Giovanni Gabrieli a Sinfonie di Haydn: oggi (ore 20.30), domani (ore 19.30) e domenica (ore 16). Di tutt’altro genere la terna di appuntamenti di settimana prossima, sempre con Flor, nel segno di Wagner, Strauss e Mahler.
Così, le Sinfonie di papà Haydn si avvicendano con Canzoni e Sonate colte dal libro delle Sacrae Symphoniae di Gabrieli. Pagine con cui chiude il Cinquecento veneziano, lavori dove la policolarità, la logica dei cori battenti (contrapposti), il gusto del contrasto di colore e di intensità trasse stimolo proprio dalla particolare struttura della Basilica di San Marco di Venezia.
Flor reputa questo concerto assai arduo per un’orchestra, «Haydn è il maestro dell’orchestra, è uno dei compositori più difficili in assoluto da realizzare» assicura pensando all’esigenza «di pulizia assoluta, di un suono chiaro e limpido», obiettivi che rendono questo programma – per esempio – «più impegnativo dell’esecuzione di una Sinfonia di Bruckner». Cosa c’entra Gabrieli con Haydn, perché accostarli? «Haydn è il maestro dell’orchestra e Gabrieli degli ottoni», replica Flor.
Flor è naturalmente spiaciuto per le ansie economiche della Verdi, soprattutto se pensa alle maggiori sicurezze delle orchestre di casa propria, sicuro, tuttavia, che «anche là i soldi stanno finendo. Fino ad ora non vi sono stati grossi problemi finanziari, ma per il futuro ho forti dubbi».
È nato (nel 1953) e cresciuto a Lipsia, in una delle città più musicali in assoluto, ora approdo di Riccardo Chailly, suo amico. A 31 anni è stato nominato Direttore Musicale dei Berliner Symphoniker e ha diretto le principali orchestre della Germania come quella del Gewandhaus di Lipsia e la Staatskapelle di Dresda. Da amico di Barenboim, incontrato proprio giorni fa in occasione di Parsifal, sa che la collaborazione di Barenboim con la Scala sta per farsi più incisiva (l’annuncio ufficiale è atteso lunedì 15), secondo quanto si ventilava ormai da tempo e quanto confermano anche i quotidiani di Berlino. Un’occasione in più, dunque, per incontrare Barenboim, ora in terra italiana.
Quanto alla collaborazione con la Dallas Symphony Orchestra, Flor coglie l’occasione per rimarcare «che il Texas e Dallas in particolare non c’entrano nulla con l’immagine che ne fa la tv.

Dallas è una città straordinariamente ricca di cultura, di musei e di sale da concerto, con orchestre che non ricevono nulla dallo Stato ma godono di ottima salute grazie al supporto di privati». Così scopriamo il lato buono dei petrolieri.

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