Caserta - Maxi operazione contro i Casalesi. La Direzione investigativa antimafia di Napoli, con la Guardia di finanza di Marcianise in collaborazione con la questura di Caserta hanno compiuto decine di perquisizioni tra Casal di Principe e San Cipriano d’Aversa alla ricerca di latitanti e affiliati al clan camorristico dei Casalesi. Nell’ambito dell’operazione, coordinata dalla Dda di Napoli, militari della guardia di finanza e poliziotti stanno procedendo anche al sequestro di beni mobili e immobili ritenuti nella disponibilità di presunti affiliati all’organizzazione e in particolare di Giuseppe Setola, uno dei latitanti ritenuto tra i responsabili dei sanguinosi agguati registrati negli ultimi tempi tra Castel Volturno e l’Agro Aversano.
I beni di Setola Beni mobili e immobili per un valore di oltre 10 milioni di euro, intestati ad altri soggetti, ma ritenuti nella disponibilità di Setola, tra i latitanti più pericolosi d’Italia e accusato tra l’altro della strage di Castelvolturno, sono stati sequestrati nel corso dell’operazione. Setola è ritenuto ai vertici della fazione del clan dei Casalesi, già capeggiata da Francesco Bidognetti. L’operazione è stata effettuata da un centinaio tra poliziotti della Dia, del reparto prevenzione crimine Campania, della questura di Caserta e della guardia di finanza di Marcianise. Tra i beni sequestrati anche un elegante bar, inaugurato solo cinque giorni fa a Casal di Principe, e 20 appartamenti. Il provvedimento di sequestro preventivo è stato adottato dal Tribunale di Napoli, su richiesta dei magistrati della Dda Giovanni Conzo e Raffaello Falcone.
Nomi falsi I beni sequestrati al latitante sono risultati intestati al fratello, Pasquale, alla moglie Giovanna Baldascino, alle sorelle di quest’ultima Fortuna e Lucia, al suocero Emilio Baldascino. Il provvedimento della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli ha riguardato anche vasti appezzamenti di terreni agricoli e aree edificabili, una cooperativa edile, costosi macchinari ed automezzi per l’edilizia, attrezzature di un cantiere aperto a Pontecorvo, nel basso Lazio e disponibilità bancarie, sulle quali sono ancora in corso accertamenti della guardia di finanza di Marcianise, in alcuni istituti di credito.
Secondo gli investigatori i beni sequestrati sarebbero stati acquisiti con i proventi delle estorsioni e dei traffici illeciti, soprattutto lo spaccio di sostanze stupefacenti, che sul litorale casertano è affidato a gruppo di extracomuniari africani, controllati, però, dalla cosca dei Casalesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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