Pierluigi Bonora
da Milano
Svolta nellinchiesta giudiziaria sulloperazione di equity swap che ha permesso allIfil di rimanere azionista di maggioranza della Fiat, nonostante la diluizione legata alla conversione del prestito da 3 miliardi da parte delle banche creditrici. La Procura della Repubblica di Torino, che insieme a quella milanese sta passando al setaccio il dossier, ha indagato il presidente dellIfil, Gianluigi Gabetti, il direttore generale dellIfi, Virgilio Marrone, e Franzo Grande Stevens, lavvocato della famiglia Agnelli il quale, nei panni di «ingegnere» della finanza, ha svolto il ruolo di regista delloperazione. Gli uffici del procuratore capo Marcello Maddalena stanno valutando lipotesi di reato di ostacolo allattività degli organi di vigilanza.
I riflettori della Procura di Torino si sono accesi sugli stessi tre nomi a cui la Consob ha contestato la violazione dellarticolo 187-ter del Testo unico della finanza, cioè la manipolazione del mercato. Gli inquirenti piemontesi, che avevano aperto il fascicolo già prima della comunicazione dellorganismo di controllo della Borsa, starebbero comunque vagliando anche il ruolo di altre persone. Le società nel mirino, indicate dalla stessa Consob, sono la Giovanni Agnelli & C. e la Exor. Una volta partiti gli «avvisi» i giudici, oltre a sentire le persone indagate, possono anche procedere a perquisizioni e, se necessario, a intercettazioni.
Intanto, unulteriore svolta della vicenda potrebbe arrivare lunedì quando le due Procure dovrebbero sciogliere il nodo della competenza delle indagini. Se, cioè, a occuparsi del caso sarà lautorità giudiziaria di Milano, che ha aperto un fascicolo sullipotesi di reato di aggiotaggio informativo, oppure quella di Torino. Entrambi gli uffici, da quanto risulta al Giornale, sono orientati a evitare un conflitto sulla territorialità. «Certo è - sostiene una fonte - che un caso del genere è inscindibile». Le notizie di ieri sui primi «avvisi» dimostrerebbero come la magistratura di Torino abbia inferto una forte accelerazione alliter.
Ieri, come previsto, i pm delle due Procure si sono riuniti al Palazzo di giustizia di Torino. Al vertice, slittato di una settimana a causa dellimprovvisa indisposizione di uno dei giudici, hanno partecipato i magistrati torinesi (il procuratore capo Marcello Maddalena, il procuratore aggiunto Bruno Tinti e il sostituto Giancarlo Avenati Bassi) e i colleghi di Milano (il procuratore aggiunto Francesco Greco e il sostituto Carlo Nocerino). Al termine dellincontro i magistrati hanno dichiarato che «non è stato ancora deciso a quale delle due Procure rimane il fascicolo» e che «ci sarà un prossimo incontro». Martedì scorso negli uffici dellIfil, in corso Matteotti a Torino, erano state notificate le contestazioni della Consob sulloperazione Fiat-Ifil-Exor della scorsa estate. Le contestazioni, rivolte anche alla Giovanni Agnelli & C, riguardano per le società il contenuto del comunicato stampa del 24 agosto 2005 (in cui Ifil e Sapa dicevano di non avere informazioni utili a spiegare landamento del titolo Fiat). Gabetti, Marrone e Grande Stevens - per la Consob - avrebbero avuto un ruolo decisionale in relazione ai comunicati stampa emessi quel giorno.
A Exor, società del gruppo Ifil, e ai suoi legali, la Consob ha invece contestato la violazione degli obblighi di comunicazione delle partecipazioni rilevanti «decorrenti ad avviso della Consob dal 30 agosto 2005». Ieri a Piazza Affari i titoli delle holding torinesi della famiglia Agnelli hanno chiuso in rialzo: più 1,51% Ifil (a 4,29 euro) e più 1,43% Ifi (a 15,92 euro).
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