Bloccare il porto e la città non è reato

Ancora un tribunale trasformato in stadio. Con tanto di cori di esultanza perché seconda la giustizia si può bloccare il porto e l’economia di un’intera città per tre giorni, impedendo con la violenza ad altri di lavorare o anche solo di passare, senza rischiare una condanna.
Infatti gli imputati per i quali si era formato il tifo in aula sono stati tutti assolti per non avere commesso il fatto. Questa è la sentenza pronunciata ieri dal tribunale di Genova nel processo per violenza privata a carico di cinque manifestanti, tra cui il neo brigatista Gianfranco Zoja, 55 anni, che durante le manifestazioni di protesta per la morte sul lavoro del portuale Enrico Formenti, risalente all’aprile del 2007, interruppero per tre giorni il traffico in lungomare Canepa, nei pressi dei varchi portuali.
Sono stati assolti dunque Andrea Remagnino, Alberto Musso, Luca Pirlo, Vittorio Biffo e Gianfranco Zoja. Un sesto imputato, Carlo Francesco Di Marco, accusato di danneggiamento sarà invece processato con rito abbreviato il prossimo 23 marzo. Durante i blocchi stradali i sei avrebbero bloccato con la forza il transito di un automobilista che aveva provato a superare il muro di persone a bordo della sua auto. Solo Di Marco avrebbe colpito la vettura con una spranga, frantumando un vetro.
Zoja è in carcere a Catanzaro dopo l’arresto, avvenuto l’11 giugno scorso, per partecipazione a banda armata con finalità di terrorismo insieme ad altre due persone.

Non era dunque presente ieri a Genova per ascoltare la sentenza di assoluzione e soprattutto per verificare l’affetto di molti suoi sostenitori (e degli altri imputati) che hanno accolto con giubilo la lettura della sentenza di assoluzione.

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