Economia

Bnl: il giallo della quota di Unipol

La compagnia smentisce di aver chiesto di salire al 15% senza fare un comunicato. La Consob accende i fari

Marcello Zacché

da Milano

L’Unipol punta al 15% di Bnl. Anzi no, resta al 10%. O forse non si sa. Il giallo è andato in onda ieri, quando le indiscrezioni su una presunta richiesta di autorizzazione avanzata dalla compagnia alla Banca d’Italia per salire fino al 15% hanno preso forma. Soprattutto in seguito alla visita che i numeri uno e due della società bolognese, Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti, hanno effettuato ieri dal governatore. Un portavoce della compagnia, interpellato dal Giornale, ha smentito. Ma in mancanza di un comunicato ufficiale, che non è stato diffuso, le voci non si sono fermate.
La situazione, da quanto si apprende da fonti finanziarie, è tenuta sotto stretta sorveglianza dalla Consob, che ieri non è intervenuta perché in Borsa, in fin dei conti, non è accaduto quasi nulla: né i titoli Bnl (che hanno chiuso invariati a 2,77 euro) né quelli di Unipol (fermi a 3,18) hanno dato segnali anomali. Ma c’è da scommettere che se oggi, alla riapertura della Borsa, dovessero muoversi con forza, la Commissione guidata da Lamberto Cardia potrebbe chiedere spiegazioni a Unipol.
Come peraltro aveva già fatto pochi giorni fa, imponendo alla compagnia di chiarire la sua posizione: la quota in Bnl è del 9,9% e non esiste (almeno fino a questo momento) un dossier per il lancio di una contro-Opa, antagonista all’offerta proposta dal Bilbao. Ma certo le cose potrebbero cambiare.
Intanto da Bruxelles si è tornato a dire che una procedura d’infrazione nei confronti di uno Stato membro che non rispetti il regolamento sulle fusioni nella Ue «è tra le opzioni» della Commissione. Così il giorno della consegna a Bruxelles della lettera di risposta di Bankitalia sulla vicenda Bbva-Bnl, l’Esecutivo Ue ha voluto riaffermare il suo ruolo di arbitro assoluto sul campo della concorrenza in fatto di operazioni di dimensioni europee.

Il messaggio è stato affidato oggi a Jonathan Todd, portavoce del commissario alla Concorrenza Neelie Kroes, il quale ha parlato proprio di «procedura d’infrazione» spiegando le varie opzioni a disposizione di Bruxelles qualora uno Stato membro dovesse violare il regolamento comunitario in materia.

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