Bobo e Chino, la domenica dei «figli» di Moratti

Bobo e Chino, la domenica dei «figli» di Moratti

Mancava solo Ronaldo. Poi «papà» avrebbe centrato la domenica perfetta. Han fatto gol Recoba e Vieri e l’Inter ha vinto. Ma il Chino e Bobo avevano un’altra maglia. Poco importa, papà Massimo (Moratti) è contento lo stesso. Prendi il Chino: dopo nove anni con l’Inter era finito a giocare nel parco presidenziale, con Mancini non si pigliava. Finito il tempo delle mele: così, Torino in prestito. L’esordio è da crampi, «siamo alle solite, se solo il Chino si allenasse...». Si è allenato. E ha segnato il primo gol in granata: 45 minuti di pigrizia (non solo sua), poi il risveglio. Ha giocato con Ronaldo, ora c’è Rosinaldo: hanno imbambolato la difesa del Palermo, poi il colpo da calcetto del Chino, puntata di sinistro. San Siro lo viene a sapere e sboccia in un applauso, il Chino resta uno di loro anche se è già uno degli altri. Tutti seduti invece al gol di Vieri, una testata delle sue. Proprio all’Atalanta, ultimo ricovero, ma non ancora casa di riposo. Ha perso cinque chili, si è rasato come ai bei tempi Bobo, dice che non gliene frega niente di quelli che, anche a Firenze, l’avevano dato per bolso e bollito. Corre a petto nudo sotto la Fiesole, se quella viola sia l’ultima maglia non lo sa nemmeno lui. Di certo non gli va stretta, ma cade giusta come una delle sue t-shirt.

Recoba e Vieri, due che dall’Inter tanto hanno preso. Su quanto abbiano dato, beh il dibattito è sempre aperto. In sala c’è ancora una sedia vuota, quella di Ronaldo. Per cominciare «papà» aspetta solo lui. Come sempre.

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