Può capitare che a furia di emettere sentenze in Tribunale si diventi uno dei cento pensatori più influenti del globo. Questanno accade a Ilda «la Rossa» Boccassini, magistrato a Milano, che il bimestrale americano Foreign Policy ha collocato in 57ma posizione tra i «cento pensatori più influenti del 2011», tra leconomista Paul Collier, professore a Oxford, e il columnist del New York Times Thomas Friedman. La motivazione è curiosa, forsanche politica: il merito di Ilda è aver «messo sotto processo il berlusconismo» e «sin dai primi anni Novanta», con grande preveggenza a quanto pare, dal momento che, scrive Foreign Policy, lex primo ministro è oggi «simbolo vivente del tracollo avuto dai paesi del Mediterraneo», capace di far diventare «lItalia uno zimbello mondiale».
Il premio arriva questanno poiché Ilda la Rossa sembra finalmente aver dato compiutezza alla sua opera di pensiero, rendendo pubblica «la decadenza dei baccanali di Berlusconi, la corruzione e linsensibilità della politica italiana nel mezzo della crisi».Boccassini tra i cento pensatori 2011 «Perché ha processato Berlusconi»
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