Il leader della Fiom, Maurizio Landini, si è dovuto accontentare di parlare a uno sparuto gruppo di operai fuori dallo stabilimento Fiat-Sata di Melfi. La maggioranza della Rsu della fabbrica aveva infatti respinto, in mattinata, la richiesta della Fiom di svolgere unassemblea allinterno del sito. Ne è seguito uno sciopero, sempre proclamato dalla Fiom, al quale ha aderito meno del 5% delle tute blu. Chiara la risposta degli operai: vogliamo lavorare. «La Fiom vuole imporre data e ordine del giorno delle assemblee - il commento di Antonio Zenga (Fim Basilicata) -; non credo sia elegante organizzare gli incontri con i lavoratori e poi, allultimo momento, far sapere che parteciperanno i vertici nazionali del proprio sindacato».
Landini, intanto, continua il personale braccio di ferro con la Fiat di Sergio Marchionne. La nuova mossa del sindacalista rosso sarà quella di seminare zizzania nelle fabbriche estere del Lingotto, a partire da quella serba, scelta da Marchionne per produrre lerede di Musa e Multipla. Questa mattina, in proposito, riceverà nella sede della Fiom una delegazione dei sindacati metalmeccanici di Belgrado. Allordine del giorno ci sono gli investimenti Fiat nel Paese, ma sicuramente Landini farà di tutto per mettere in cattiva luce lazione di Marchionne. La stessa Fiom, riferendosi alle deroghe per i contratti nazionali del settore, tema in discussione la prossima settimana in Federmeccanica, minaccia il ricorso alle carte bollate («non si aumenta la produttività calpestando i diritti degli operai», con le deroghe non si risolve niente», ha tuonato Landini).
Oggi, infine, si conosceranno i dati sulle vendite di auto in agosto. Le stime sono nere e la Borsa, ieri, ha dato segnali di nervosismo (giù dell1% il titolo Fiat).
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