In Bocconi meno italiani e più stranieri

In Bocconi meno italiani e più stranieri

Giuseppe Sala, direttore generale di Expo 2015 spa, nato a Milano nel 1958, si è laureato in Economia e commercio alla Bocconi nel 1983. Altri tempi e ben diverso prestigio, dice lui dal palco del convegno di Palazzo Mezzanotte dedicato a «Imprese in rete oltre la crisi», organizzato dalla Camera di commercio di Milano. Proprio in questi giorni la Bocconi ha regalato un protagonista di primo piano alla politica nazionale, il neo senatore a vita Mario Monti. Qualche data: classe 1943, laurea nel 1965.
«Sarà anche vero che Milano universitaria ha guadagnato iscritti, ma un tempo avere un figlio alla Bocconi era prestigioso...» sospira Sala rispondendo a Giorgio Vittadini, il presidente della Fondazione Sussidiarietà che ha appena finito di tessere le lodi del sistema universitario milanese.
Vittadini dipinge «un sistema universitario in crescita», dice che la Milano universitaria ha guadagnato il trenta per cento di iscritti e che la gente viene a Milano per «il capitale umano» che va oltre «l’orgia della finanza». Il manager dell’Expo, Giuseppe Sala, invita a non riposare sugli allori del passato. E nemmeno sui trionfi del presente.
Sala dice senza infingimenti quel che pensa dell’università milanese e cioè che mentre un tempo un figlio bocconiano era una coccarda da esibire, «oggi i genitori milanesi vogliono mandare i loro figli all’estero a studiare». Così «la salvezza della Bocconi sono gli studenti stranieri che vengono a studiare a Milano». Non infierisce troppo: «Parlo della Bocconi perché è la mia università». A questo punto anche l’ottimista Vittadini ammette che la città non è particolarmente tenera con gli universitari: «Se gli studenti rimangano in Bicocca dopo le sette e mezza li arrestano...».
Sala è anche membro del consiglio direttivo della Bocconi Alumni Association, la Baa, ovvero l’associazione che ogni anno assegna un premio al laureato o diplomato di una delle cinque scuole dell'Università Bocconi che si è distinto per adesione ai valori di «professionalità, intraprendenza, integrità, responsabilità e apertura al pluralismo».
Tra i prescelti del recente passato, l’ex ministro Tommaso Padoa-Schioppa, l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, il presidente dell’Istituto Sturzo (ex Cariplo e Bpm) Roberto Mazzotta, la presidente degli industriali Emma Marcegaglia.

E l’ex ad di Unicredit, Alessandro Profumo, anche lui al convegno della Camera di commercio, lieto di esprimere sostegno al bocconiano Mario Monti, ex rettore e attuale presidente dell’università milanese, l’astro dell’oggi per l’Alma mater.

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