La bocconiana che balla nei night club

Lo faccio solo il sabato: una serata me la pagano benissimo. Mi chiamo Giulia. Ho 21 anni e sono di Bergamo. Ho cominciato come cubista in una discoteca e sono stata notata da un proprietario di un night che era lì come cliente. Mi ha proposto di lavorare per lui. Non ho accettato subito: gli ho chiesto prima di andare al locale per vedere in cosa consisteva il lavoro. Quando ho visto che si trattava solo di una danza un po’ più spinta di quella che fatta su un cubo ho deciso di accettare. L’idea di farmi guardare non mi dispiace. Non mi sento una donna oggetto, apprezzo molto l’aspetto ludico. Nessuno ti obbliga ad andare con i clienti. Anzi, all’interno del locale è espressamente vietato.

Poi quello che una ragazza fa fuori, nella sua vita privata, sono solo affari suoi. Sono contenta perché guadagno di più rispetto al precedente posto, ma lavoro un giorno in meno. Tra un anno mi laureo in Economia alla Bocconi ed ho già deciso che una volta tagliato il traguardo smetterò di ballare.

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