Cronaca locale

Boeri candidato del Pd: "Archistar di sinistra col portafogli a destra"

Dopo tanti dubbi il professionista si lancia nella corsa al 2011. Ma se il partito lo accoglie da salvatore gli "alleati" lo bocciano

Boeri candidato del Pd: 
"Archistar di sinistra 
col portafogli a destra"

Forse respirare l’aria di Boston lo ha rinvigorito e gli ha dato la spinta per le grandi imprese. Ci piace pensarla così. Perché non più tardi di una settimana fa l’architetto Stefano Boeri aprendo le pagine dell’«Unità» e leggendo il suo nome come il candidato del Pd alle primarie era stato categorico: «Cado dalle nuvole e smentisco tutto, non c’è niente di vero». Era irritato: «Basta, ho avuto molte sollecitazioni come altre persone a Milano, lo sapete benissimo. Poi, che qualcuno abbia fatto uscire il mio nome in quella maniera è un giochetto al quale non mi presto perché non c’è nulla dietro». E invece sembra proprio che a quei giochini si sia prestato, eccome. Sei giorni sei dopo, con un’intervista a tutta pagina sul «Corriere della sera» annuncia in pompa magna di essere «pronto a governare Milano». A scanso di equivoci, dice a chiare lettere che il suo nome sarà legato a una lista indipendente, mica si dichiara un esponente del Pd. Il giochino a sfilarsi per accaparrare i voti di chi (tanti nel centrosinistra) non si riconoscono più nel partito di Bersani o per conquistare il favore dell’area cattolica va piuttosto di moda di questi tempi. Boeri quindi accetta la corsa, e non ha «alcun problema a fare le primarie». «Non ho mai avuto e non ho nessun legame con i partiti» spiega. Anche se si stenta a crederci, visto che l’architetto di 54 anni è stato battezzato il pigliatutto in Regione Sardegna negli anni della presidenza Pd di Renato Soru, tra il 2004 e il 2009. Fior di incarichi a chiamata diretta, senza passare dalle gare pubbliche. Giurato del Betile, componente del comitato scientifico per lo stesso museo, direttore della Festarch, progettista per il piano del porto e per il G8 della Maddalena. Incarico, quest’ultimo, che gli è valso un intero capitolo nel rapporto inviato dai Carabinieri alla Procura di Firenze. Boeri è finito nel mirino dopo le accuse rese ai magistrati dall’architetto Angelo Zampolini: «Fui estromesso da tutti gli incarichi, lavorava Boeri perché era amico di Prodi, Rutelli, Veltroni». Frequentazioni smentite dagli interessati, anche se resta memorabile una puntata di «Annozero» dello scorso 13 febbraio, il tribunale radical chic riunito da Michele Santoro aveva assolto con formula piena l’architetto finito nel calderone per gli appalti della «cricca» alla Maddalena. «Stefano Boeri è un fior di professionista, mi sento di difenderlo» dichiarava indignata Lucia Annunziata. L’ex direttore del Corriere e presidente di Rcs Paolo Mieli ricordava peraltro che «non è un architetto qualsiasi, è il fratello di Tito Boeri, fa parte di una delle famiglie più rispettabili».
Illuminante il sondaggio aperto ieri dal sito Affaritaliani.it . I commenti andavano da «conflitto di interessi anche a sinistra?» a «povera sinistra milanese». Non sfugge neanche ai meno informati l’imbarazzo da cui si dovrebbe togliere l’architetto semmai, dopo le primarie, vincesse pure la sfida per Palazzo Marino. Il suo studio (oltre alla nuova sede della Rcs a nord est di Milano) è coinvolto nei principali progetti di trasformazione della città: scelto dalla Moratti per disegnare il masterplan per Expo 2015, sta realizzando il «Bosco verticale» nel progetto Porta Nuova, firma il nuovo Cerba di Ligresti e Veronesi, la riqualificazione del Policlinico di Milano. Sintetizza bene Stefano Zamponi, capogruppo lombardo dell’Idv: «Un esponente dell’alta borghesia che si dichiara di sinistra ma “mangia“ a destra». Tant’è che, non sapendo come andrà a finire, Boeri mette le mani avanti e chiarisce «subito che la mia non è una candidatura “contro”, verso Letizia Moratti ho anche riconoscenza per lo spazio e la fiducia che mi ha dato».

Potrebbe tornare utile anche dopo il 2011.

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