Boeri chiede l'appoggio di sinistra, Idv e Udc Su ecopass: allargarlo

L'architetto ufficializza la sua candidatura alle primarie del Pd in vista delle elezioni comunali del 2011. "Spero che il Pd ci sia con tutte le sue anime che sono diversissime. Poi mi auguro che aderiscano Idv, anime dell’Udc, alcune della Sinistra radicale. Il mio comunque non è un progetto di schieramento politico ma di governo della città"

Boeri chiede l'appoggio di sinistra, Idv e Udc 
Su ecopass: allargarlo

Dall’Udc alla sinistra radicale passando per Pd e Idv. Oltre alla lista civica. È questo ampio spettro di forze politiche che Stefano Boeri pensa di mettere insieme in vista della sua candidatura alle amministrative 2011 a Milano. "Sulle alleanze sono sereno - ha ammesso l’architetto durante l’ufficializzazione della sua candidatura - io non sono un uomo di partito ma ho massimo rispetto dei partiti che mi auguro mi sostengano". Tra questi partiti Boeri confida soprattutto sul Partito democratico. "Spero che il Pd ci sia con tutte le sue anime che sono diversissime. Poi spero aderiscano Idv, anime dell’Udc, alcune della Sinistra radicale. Il mio comunque non è un progetto di schieramento politico ma di governo della città". Quanto alla candidatura del costituzionalista Valerio Onida Boeri ha espresso grande apprezzamento: "Per me è quasi un mito, una persona formidabile. Sono strafelice se entra in questo gioco. Se mi sostenesse sarei onorato, ma anche se non lo facesse sarei felice lo stesso".

L'Expo Boeri parla di Expo 2015. L’architetto, che si è già dimesso dalla consulta di che ha messo a punto il progetto del sito espositivo, ammette di farlo "quasi con imbarazzo" visto che è "un progetto che ho vissuto con grande passione". Ma non ci sta a vedere quel progetto a cui ha lavorato affossato dai dissidi interni alla politica. "Mi spiace - dice - che l’Expo non sia stata utilizzata come occasione per guardare al futuro. Io sono fiero di aver lavorato all’Expo anche per il centrodestra e per Letizia Moratti che ha avuto un ruolo importante nel vincere questa sfida: con i colleghi internazionali abbiamo fatto un progetto fortissimo, un orto botanico, che dapprima è stato accolto con grande favore, perchè riempiva un vuoto. Ora però questa stessa classe politica, che non ha davvero voluto questo progetto, in questi mesi è impegnata in una corsa frenetica al logoramento". L’ultimo ostacolo in ordine di tempo in cui l’Expo è rimasta incagliata è quello delle aree dove sorgerà il sito espositivo. "Avevo proposto di fare l’Expo nella zona dell’ortomercato - ha ricordato Boeri - perchè è una zona pubblica e infrastrutturata. La decisione di fare l’Expo alla Fiera credo sia lecita, ma le aspettative create nei proprietari oggi sono insormontabili per gli attori pubblici. Io però sono ottimista e resto disponibile a portare avanti il progetto alla Fiera di Rho-Pero. Il problema è risolvibile: basta valorizzare l’investimento dello Stato sull’Expo. L’equilibrio tra i proprietari e le amministrazioni sta nel riconoscimento del valore economico dell’investimento e nella sua eredità: è inconcepibile che quei signori non diano valore economico a quello che faranno". Ciò nonostante per Boeri non sta in piedi l’ipotesi di trasferire a Smirne la sede dell’Expo del 2015. La respinge come "una buffonata". "Perdere Expo - constata - significherebbe perdere la faccia, perdere l’occasione per posizionarci con altre città in una sfida internazionale e porre una bomba nelle relazioni internazionali del nostro Paese perchè stiamo rischiando di far fallire uno dei più grandi eventi al mondo".

Ecopass "Non solo tenere ecopass ma estenderlo», sul «modello londinese che è il migliore", come congestion charge. Così Boeri, risponde riguardo alla sua posizione su ecopass. "Ho firmato per il referendum, quindi la mia posizione è molto chiara: io non solo sono per tenere ecopass ma per estenderlo, per cercare di fare in modo che almeno una parte delle 700mila vetture che ogni giorno entrano ed escono da Milano possano godere di una serie di trasporti pubblici adeguato che evita sofferenza, inquinamento e disordine nelle strade della città. Ecopass, sul modello londinese che credo sia il migliore, è un modo per dare ai pendolari una forma di vita migliore, e meno dannosa per chi poi in città resta". Boeri ha precisato che gli "è chiarissimo che dobbiamo trovare un equilibrio tra la disincentivazione del traffico e la grande risorsa del commercio milanese".

Periferie e centro islamico Annunciando la sua corsa alle primarie l’architetto ha già chiarito alcuni punti del suo programma: oltre all'ecopass, politica sulle periferie non incentrata sulla militarizzazione dei quartieri, sostegno alla costruzione di un centro per la preghiera e lo studio della cultura islamica, ripristino del rapporto con Claudio Abbado e Renzo Piano per gli alberi in centro. Gli assi portanti del programma di Boeri saranno le politiche per la famiglia ("a cui Milano non ha prestato attenzione"), il mondo del commercio ("quello che una parte della sinistra ha sempre considerato un antagonista dovrà essere uno dei nostri alleati") e la riscoperta della dimensione internazionale dell’ offerta culturale cittadina.

Archistar "Sono un urbanista che ha lavorato sulla città facendo progetti ma anche altre cose - ha detto, tra l'altro - facendo ricerche sul campo e girando i quartieri, centrali e periferici, cercando di dare un senso e una utilità sociale alla professione. Milano è sempre stato il mio laboratorio e credo di conoscerla molto bene anche negli aspetti meno visibili". "Nel momento in cui fossi eletto sindaco, io non sono più un architetto e il mio studio professionale non ha più nulla a che vedere con me, nè come nome, nè come proprietà, nè come relazioni dirette o indirette con incarichi professionali. Trovo del tutto incompatibile fare il sindaco e un’altra professione come l’architetto", ha aggiunto Stefano Boeri, riguardo al tema del possibile conflitto di interessi come sindaco e architetto. "Mi sto affidando a uno dei più grandi esperti al mondo di conflitto d’interesse". Boeri ha ricordato di aver "lavorato per Hines, per la Pirelli Re, per la Rizzoli, qualcuno ha detto per le cooperative ma purtroppo no.

Faccio l’architetto e ho cercato di fare al meglio il lavoro che ritenevo utile per la città. Ora ho cambiato vita. il fatto di aver lavorato per privati e immobiliaristi, cosa inevitabile e necessaria per il mio lavoro, non ha futuro nel momento in cui diventassi sindaco".

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