Boicottaggio sì? Boicottaggio no? Il sottosegretario agli Esteri, Gianni Vernetti, non ha nessuna intenzione di sbilanciarsi. Ripete con insistenza lappello rivolto dal governo italiano alla Repubblica popolare cinese, alza il tono della voce e si scalda quando proviamo a insistere sul punto, ad affrontare la questione della giornata, ma alla fine, sul boicottaggio, nessuna dichiarazione definitiva: «Andrà monitorata la situazione insieme coi partner europei, non sarà facile andare alle Olimpiadi con i morti per le strade».
Certo non sarà facile. Ma è difficile capire che provvedimenti il governo italiano intende prendere se - come sembra - la violenza dovesse subire unescalation. «Abbiamo chiesto alla Cina che interrompa immediatamente le violenze, che rilasci tutti i dimostranti arrestati, permetta linvio di osservatori indipendenti per monitorare il rispetto dei diritti umani», ripete insistente il sottosegretario.
Ottimi auspici, insomma. Sollecitazioni che però Pechino potrebbe lasciare inascoltate come già avvenuto in passato. E se la Cina insistesse sulla linea dura? «Be, se le violenze non cesseranno, se tutto ciò non accadrà, sarà difficile un normale svolgimento delle Olimpiadi. Si dovrà pensare a provvedimenti seri». Forse il boicottaggio? «Io non parlo di boicottaggio», smorza subito il sottosegretario. E quando proviamo a capire cosa intenda per «provvedimenti seri», Vernetti si altera e cerca di chiudere la conversazione: «Allora non ci siamo capiti. Vedremo nei prossimi giorni. Dovremo riunirci con i partner europei».
Il governo italiano arriverà allincontro con una linea propria? Il sottosegretario si indispone ma resta ancora sul generico: «Guardi, le ho già detto che bisognerà seguire da vicino la situazione. Questi episodi gettano unombra sinistra».
Boicottaggio? Boh, non so...vedremo
Il sottosegretario agli Esteri: «Per decidere aspettiamo lincontro con i partner europei»
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