A Bollate Il viaggio di Faccini, tra pizzica salentina e blues del Mississippi

Nato in Inghilterra da madre inglese e padre italiano, Piers Faccini (questa sera a Villa Arconati ore 21.30, ingresso 12 euro, supporter l’ex leader degli Scisma Paolo Benvegnù), ha trovato in Francia la sua «terra promessa». Curioso e sensibile, ama e frequenta le arti figurative, oltre che la canzone d’autore, e cerca di trasmettere le sue emozioni con una voce fragile e un caleidoscopio elettroacustico di chitarre, celli, batteria e percussioni. Parla correntemente tre lingue, ma il suo linguaggio sonoro è decisamente più ricco e variegato. I suoi «viaggi dell’anima», scanditi da una voce quasi sciamanica e a tratti ipnotica, si muovono in una zona franca tra la pizzica salentina e Roberto Murolo, «lamenti» blues del Mississippi e poesia malinconica di Nick Drake. Ma non mancano anche espliciti riferimenti a soul, folk inglese, psichedelia e musica tradizionale del Mali. Dopo il fortunato esordio «Leave no trace» (2004), Faccini è tornato due anni dopo con il coinvolgente «Tearing sky», un concentrato di ambientazioni soffuse e musica trasversale inciso a Los Angeles e prodotto da JP Plunier, lo scopritore di Jack Johnson e Ben Harper. Non a caso, il nostro, sposato a una napoletana, ha «aperto» assieme alla sua band i concerti del tour europeo del rocker californiano. È invece della primavera scorsa «Two grains of sand», il nuovo album.

«Volendo lavorare in tranquillità quale posto migliore del mio piccolo studio di casa (non distante da Nimes e Monpellier, ndr), in mezzo alla campagna, al silenzio e ai grandi spazi? - ha dichiarato di recente -. Stavolta ho voluto vestire le canzoni con qualche colore in più, ho cercato di dipingere un panorama più vasto e più vario. “Aprendomi” per una volta anche alla melodia pop».

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