Bolle: "La danza aiuta a parlare con Dio"

L'étoile intervistata da Cabello: "Per il Papa ballerei Mozart, gli donerei le scarpette"

Bolle: "La danza aiuta a parlare con Dio"
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Convinto che si debba uscire dalla propria comfort zone e «osare per portare il pubblico ad apprezzare la danza e il balletto come forme d'arte accessibili e dedicate a tutti» ieri mattina dal palco dell'Aula Magna dell'Università Cattolica e l'evento «Dance Talk», Roberto Bolle per due ore ha incantato e divertito tutti. In questo secondo step la nostra étoile scaligera, nonché ambasciatore della cultura italiana nel mondo, è stato molto aiutato anche dalla sua intervistatrice, quella Victoria Cabello che per lui è innanzitutto una vera amica oltre che una coetanea. E che, per il pubblico in sala, è stata una ventata di irriverenza mista a simpatia che ha reso l'incontro qualcosa di unico.

In collegamento con i campus di Piacenza, Brescia e Roma e davanti all'assessore comunale alla Cultura Tommaso Sacchi, a introdurre Bolle è stata la rettrice dell'università, Elena Beccalli, che ha parlato della danza come forma di educazione e disciplina straordinaria paragonandola allo studio e invitando così gli studenti a vivere l'esperienza universitaria «affrontando fatica e sconfitte come parte essenziale del percorso». «Dico sempre che l'Università Cattolica del Sacro Cuore aspira a essere la migliore università per il mondo. L'occasione odierna lo attesta, perché, coinvolgendo le giovani generazioni, le rende protagoniste offrendo un assaggio della grande festa della danza che Milano ospiterà» ha concluso Beccalli riferendosi a «On Dance» la manifestazione diretta da Bolle che si terrà all'Arco della Pace dal 3 al 7 settembre.

Quindi è cominciato il tu per tu tra il ballerino e la ex Iena Cabello. Che è riuscita a farlo parlare di tutto. Dalla danza, che per l'étoile, attraverso emozioni altissime e per Bolle mezzo di connessione con l'assoluto, con qualcosa di più elevato, con Dio «come ogni forma d'arte»; quindi facendogli ripercorrere i suoi inizi, con l'amore per la danza che scattò prestissimo e grazie a una compagna di scuola, fino alla passione quotidiana per il lavoro alla sbarra e all'incontro a 15 anni con Rudolph Nurejev, durante i primi anni alla scuola di danza della Scala.

«Sarebbe bello per me incontrare Papa Leone XIV - ha aggiunto ancora Roberto Bolle - Per lui ballerei su note di grande levatura spirituale, come quelle di Mozart. E poi gli regalerei un paio delle scarpette da ballo» ha concluso.

La parola poi è passata ai ragazzi che hanno sollecitato l'artista a parlare anche del suo rapporto con i social, spingendolo ad ammettere di aver scelto uno dei ballerini per il suo ultimo spettacolo, «Caravaggio» - il successo che nei giorni scorsi ha fatto il pienone agli Arcimboldi - proprio grazie a filmati postati dal giovane su Instagram.

Gran finale con l'esibizione di quattro corpi di ballo sulle note dello swing (la coppia Serena Grumi e

Matteo De Stefano), quindi «Dancehall» con le «Smoothies Mamas», il ballo Latino della «Sosa Academy dance school» e la danza classica con le eteree ballerine della Accademia ucraina del balletto di Milano. Tutti bravissimi.

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