Bologna - Un bambino rom di quattro anni è morto prima dell’alba nell’incendio di una baracca alla periferia di Bologna. Sono rimasti feriti dalle fiamme i genitori e i due fratelli, di 9 e 6 anni, quest’ultimo in modo molto grave, ha detto la polizia. Tutti e quattro sono stati ricoverati all’ospedale Maggiore di Bologna. L’incendio è scoppiato verso le 5.30 del mattino in una baracca in via del Triumvirato a Borgo Panigale, in una zona lungo il fiume Reno dove nelle ultime settimane sono stati sgomberati degli insediamenti di rom, all’indomani del varo del decreto sulla sicurezza. Non si conoscono al momento le cause dell’incendio. La magistratura di Bologna ha aperto un’indagine.
I feriti Sono stati dimessi dall’ospedale Maggiore di Bologna i genitori del bimbo romeno. La donna - si è appreso dall’Ausl - non aveva ustioni, ma era giunta al Pronto soccorso in forte stato di choc, mentre il padre ha riportato anche delle ustioni nel tentativo di salvare i tre figli. Sono coscienti, in condizioni stabili e non corrono pericolo di vita - anche se è necessario aspettare fino a domani per valutare l’evolversi della loro degenza - i due bambini romeni di 6 e 8 anni rimasti feriti nell’incendio scoppiato in una baracca in periferia a Bologna dove vivevano con i genitori e con il fratello di 4 anni che ha perso al vita a causa delle fiamme. I due bimbi sono stati trasportati in elicottero dall’ospedale Maggiore di Bologna al centro ustionati di Padova (e non di Parma, come sembrava in un primo momento) mentre i loro genitori che hanno riportato ferite molto lievi sono stati già dimessi dopo le prime cure. I due bambini hanno invece riportato ustioni al volto, alle braccia e alle mani.
Le vittime Il bimbo rimasto ucciso questa mattina nell’incendio della baracca dove viveva a Bologna si chiamava Florin Draghici e aveva compiuto quattro anni nel giugno scorso. I genitori hanno 24 e 27 anni e sono originari della città romena di Sibiu, che il padre ha lasciato circa un anno fa, per venire in Italia, dopo che una frana aveva distrutto la casa della famiglia. Riguardo alle cause della tragedia, gli investigatori hanno confermato che allo stato non ci sono elementi per ipotizzare un rogo doloso. Nella baracca c’erano almeno due stufe elettriche, una delle quali, a olio, si trovava nella stanzetta dove dormivano i tre bambini. Dopo avere tratto in salvo i primi due, il padre non è più riuscito a raggiungere la stanza, che era la più lontana dall’ingresso, a cause delle fiamme alte. Ha però portato fuori una bombola di gas, scongiurando conseguenze ancora più gravi. In base ai primi accertamenti, è verosimile che nell’alloggio di fortuna fosse stato approntato un allaccio abusivo alla corrente: non c’erano infatti allacci ufficiali, ma diversi apparecchi elettrici, oltre alle stufette. La polizia sta anche accertando che tipo di rapporto ci fosse con i proprietari del terreno dove si trova la baracca, una famiglia di giostrai italiani. Di certo, i romeni non si erano insediati abusivamente nella baracca.
Ustioni Le ustioni "più preoccupanti, come spiegato da Giovanni Gordini, direttore del Dipartimento di Emergenza dell’ospedale Maggiore, sono quelle al volto che comunque non hanno interessato le vie aree. Secondo quanto detto dal dottor Gordini i due fratellini al momento "non corrono pericolo di vita", ma è necessario far passare la prima giornata per verificare se le loro condizioni rimarranno stabili.
"Portavano tutti i giorni i bambini a scuola" "Sono brava gente, stanno qui da circa un anno, vedevo sempre il bambino giocare con la bicicletta... Mi dispiace tanto". È affranto il vicino di casa della famiglia di romeni la cui baracca è andata in fiamme questa mattina provocando la morte del più piccolo di casa. È stato proprio il vicino a dare l’allarme questa mattina attorno alle 5.15 quando si è accorto del fuoco nella baracca costruita tempo fa sul terreno adiacente alla sua casa, di proprietà di una famiglia di giostrai italiani. "Nella casa vivevano padre, madre e tre figli - ha spiegato - fino a poco fa c’era anche la sorella ma è tornata in Romania. Il padre fa lavori saltuari come muratore, fino a poco tempo fa prendeva tutte le mattine la corriera per andare a lavorare a Cento.
Adesso invece da qualche tempo lavorava qui per realizzare lo spiazzo in cui i Bonora (la famiglia proprietaria del terreno) vogliono portare i loro mezzi. La madre era molto gentile, puliva tutto il giorno. Portavano i bambini tutti i giorni all’asilo e a scuola".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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