Bologna, il Comune regala un casolare e 40mila euro ad un centro sociale

Dopo il Comune di Milano, anche quello di Bologna sta cercando un dialogo con i centri sociali. L'assessore Ronchi: "Bisogna normalizzare i rapporti, servono poche e precise regole"

Bologna, il Comune regala 
un casolare e 40mila euro 
ad un centro sociale

Bologna - Dopo che il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha annunciato di voler regolarizzare il Leoncavallo, il Comune di Bologna - e in particolare l'assessore alla Cultura, Alberto Ronchi - cerca il dialogo con i centri sociali, dopo che la giunta Cofferati aveva tentato, invano, di sgomberarli.

Lo rivela Repubblica Bologna, secondo cui Ronchi ha detto di voler "normalizzare i rapporti con queste realtà, sulla base di un insieme condiviso di poche e precise regole". E precisa: "Sono realtà che vanno analizzate caso per caso". In quest'ottica l'assessore ieri ha concesso, tramite una delibera approvata ieri, all'associazione Nuovo Lazzaretto un casolare gratis per cinque anni più 40mila euro di contributi arrivati dalla Regione. "Lavorano bene", dice Ronchi, "Fanno concerti punk, che a me piacciono molto e hanno sempre cercato un confronto con le diverse amministrazioni"

E la strategia di Ronchi non finisce qui: l'assessore vuole organizzare un "concerto rock epocale", a giugno Piazza Maggiore: "Un evento che le giovani generazioni possano ricordare come noi ricordiamo il concerto dei Clash 30 anni fa". Nei progetti del Comune, inoltre, il Parco Nord diventerà un centro per la movida giovanile.

Non è il primo tentativo del Comune di Bologna di dialogare con i centri sociali. Ci aveva provato anche Roberto Grandi, quando era assessore alla cultura. "In realtà a Bologna esiste un sistema di convenzioni anche precedente a Grandi", spiega Ronchi, "Quello che noi vogliamo è capire cosa fanno queste realtà, e sulla base di alcune regole avere con loro rapporti normali".

Nel 2009 il Nuovo Lazzaretto fece irruzione in Comune e l'allora assessore Luisa Lazzaroni trasferì l'associazione all'ex Dazio di via Mattei. Poi fu proposto un trasloco nei locali dell'ex Livello 57, scatenando le ire del Consorzio dei commercianti delle Roveri. Ma Ronchi non vuol parlare del passato: "Pensiamo a come lavorano oggi".

La proposta ha suscitato già le ire del leghista Manes Bernardini: "In un momento in cui tutti siamo chiamati a fare sacrifici, la giunta fa regali agli amici degli amici e ai centri sociali". Dubbi anche dal consigliere regionale Udc Silvia Noè che chiede: "Voglio sapere quanti immobili del Comune sono concessi ad associazioni culturali e a quali canoni".

L'assessore tira dritto e dopo il Nuovo Lazzaretto pensa a azioni simili per altri locali, come il Link, o come il Covo, "che è tutto fuorché un centro sociale": "Produce cultura. È stato il primo locale a ospitare Franz Ferdinald, ad esempio, eppure io sono il primo assessore alla Cultura che hanno incontrato. È normale?".

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