Claudia B.Solimei
da Bologna
Gli hanno urlato «fascista» mentre faceva gli auguri alla città, in mezzo a una piazza Maggiore che scoppiava di gente indaffarata per lo shopping di Natale. E lo hanno seguito per alcune centinaia di metri, pur tenendosi sempre a distanza di sicurezza dai quattro uomini della scorta, fino a quando lui non è riuscito a seminarli, dopo una ventina di minuti, accelerando il passo e infilandosi nel palazzo comunale da uno degli ingressi laterale. Passeggiata movimentata ieri pomeriggio per il sindaco di Bologna Sergio Cofferati, sceso in piazza tra la gente per inaugurare il presepe della basilica di San Petronio con l'arcivescovo Carlo Caffarra, ma costretto a parlare tre le urla e a defilarsi più in fretta del previsto da un bagno di folla natalizio che certo non aveva immaginato così. La contestazione è cominciata durante la cerimonia degli auguri di Natale sul sagrato della basilica, mentre intorno al sindaco 280 bambini avevano appena dato vita a un gigantesco presepe vivente: «Auguro ai bolognesi un 2006 migliore del 2005» ha fatto in tempo a dire il Cinese, ma subito una ventina di giovani militanti dei collettivi, protagonisti di decine di occupazioni abusive di case pubbliche in città, gli ha cominciato a urlare contro e a lanciare slogan da dietro le transenne. Cofferati, imperturbabile, ha proseguito la cermonia. Quindi, con la compagna Raffaella Rocca al braccio, si è allontanato per una passeggiata per le vie del centro, ma i contestatori lo hanno seguito. «Fascista» lepiteto più ricorrente scandito al suo indirizzo, e altri slogan: «Ruspe e manganelli in questa città, è questa la loro legalità», «Chiediamo spazi ci danno polizia, è questa la loro democrazia», «Vergogna vergogna». Impossibile fare finta di niente, e allora non gli è rimasto che ritirarsi nel palazzo comunale. La contestazione è la prima risposta all'ultimo annuncio «legalitario» di Cofferati: «Entro qualche settimana saranno sgomberate le case occupate abusivamente» aveva detto venerdì, ribadendo una volontà che già nei mesi scorsi aveva sollevato polemiche. Non solo da parte di chi sta occupando, ma anche di partiti della sua maggioranza come Rifondazione comunista e Verdi. «Se le case occupate non hanno mai dato problemi di rumore e disagio a nessuno - gli avevano però mandato a dire i collettivi -, il loro tentativo di sgombero sarà visibile e ben udibile». E così ieri pomeriggio è andata in scena la prima puntata di questa resistenza. In piazza i manifestanti non erano in tanti, ma la protesta si è consumata rumorosamente sotto gli occhi di migliaia di bolognesi impegnati nell'acquisto dei regali. «Dentro a San Petronio qualcuno mi ha chiesto se chi protestava ce l'aveva col presepe, ma li ho rassicurati spiegando che era tutta un'altra questione», ha poi detto Cofferati ai cronisti, definendo la protesta «inconcludente e controproducente» e assicurando che le assegnazioni (e gli sgomberi) ci saranno.
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