Volersi bene, soprattutto adesso che le cose non vanno tanto bene. Il basket italiano che ha fatto storia, quello che orgogliosamente, Corsolini la voce per tutti, abbracciava il presidente Dino Meneghin al castello Dal Pozzo di Oleggio, ha riscoperto qualcosa che va oltre il raduno dei maturi baskettari in giornate che sembrano speciali, perché tutti hanno applaudito quando la Lega ha lasciato qualche giornata di riposo ai campioni di Siena che martedì e giovedì cercheranno di affondare il Panathinaikos, spostando la partita di campionato contro Avellino, dando respiro alla Benetton che giocherà la sua Europa a Torino nella prossima settimana. Ma soprattutto quando hanno sentito Claudio Sabatini, il proprietario della Virtus Bologna, augurarsi una sconfitta nel derby contro la Fortitudo che è messa davvero male al penultimo posto in classifica.
Al castello brindisi ed applausi nel ricordo del passato, dei compagni di squadra, nel club e in Nazionale maggiore o in quella universitaria di Ciccio Dal Pozzo, ma anche tanta eccitazione ritrovando un Meneghin sorridente tornato finalmente fra la gente che certo lo aiuterà, adesso che il più grande si sente un po' circondato dalla burocrazia mai sazia. Calice alzato mischiando i mondi del marchese gigante, nella frenesia di un sabato che non ci ha fatto sentire la pioggia perché oggi sarà una domenica televisiva dedicata interamente al basket parabolico di Sky.
Si comincia proprio con il derby di Bologna a mezzogiorno e il gruppo Virtus invitato alla festa, con Lombardi, Giomo e Pellanera seduti uno di fianco all'altro, vicino allo scultore Conti, Geminiani, Magnoni, si domandava se può esistere una stracittadina dove i favoriti preferirebbero perdere mettendo a rischio il loro secondo posto. Anche i grandi di Simmenthal e Ignis, da Vittori a Vinello, da Velluti a Pieri, da Zanatta a Flaborea, da Ossola a Gamba preferivano non commentare, ma ci si mettevano quelli di Cantù e della vecchia All'Onestà, da Masocco a Mauri, da Joe Isaac a Vescovo e Giancarlo Sarti, a Recalcati e Frigerio, da Gatti a Barlucchi, i grandi padovani con Varotto e il suo ricordo di Nikolic, i grandi romani con Spinetti, Falcomer e Albanese, i genovesi di Italsider e Saiwa, a far bollire il pentolone con il vino per le giornate fredde, a sospettare che oggi sarà derby comunque di fuoco, prima di vedere Snaidero-Armani, quante lacrime per la fuga silenziosa da via Caltanissetta ci sussurrava il professor Guerrieri, prima della terza partita della giornata a Pesaro con Scavolini e Benetton in campo, anticipo per Caserta-Biella e Teramo con quello che resta di Rieti, uniche due gare non trasmesse, perché in diretta andranno Cantù-Montegranaro alle 18.45 e la chiusura sarà affidata a Roma-Ferrara delle 21.
Per tutti una meraviglia impossibile da immaginare ai tempi in cui moltissimi dei partecipanti alla rimpatriata erano re e si sentivano felici anche a 30 mila lire al mese, quando non era obbligatorio conoscere l'inglese per sopravvivere in spogliatoio.
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