Roma La vita è dura, ma per gli altri è peggio. Usain Bolt ha risposto a quella domanda lasciata nelle nuvole. Un balzo, un sibilo, un frusciar di vento. E via il nervoso che lo attanagliava, via il dubbio. «Come sarò?». Poco più di nove secondi per capirlo, sciolto il fluido delle meraviglie. Come prima, forse. Non ancora a sentire lui. Autocritico quel tanto che basta. «Ho sbagliato tutto, ma sentivo il nervoso addosso perché era la prima gara». Bolt vince e non è una novità. Anche se ci aveva lasciato con lamarognolo di una sconfitta. Si è ripresentato con il bello di una vittoria. Powell continua a provarci. Ma poi quello passa e va. Anche ieri sera, mentre il meraviglioso colpo docchio dello stadio Olimpico, quellurlo che pareva il rombo di un uragano, ha accompagnato il testa a testa dei due. «Ecco, ho proprio vinto per questo straordinario pubblico che mi ha aiutato», ha raccontato Usain.
Parte male Bolt, ma lo sapeva. È il tallone dAchille. Parte bene Powell che tiene la testa incassata e la corsa rapida. Bolt deve fare a spallate anche con Christophe Lemaitre, il francesino-francesone che vuol mettere il naso. Ce lo metterà fino agli 80 metri. Poi Bolt metterà il turbo, scivolando sulla pista, lungo, dinoccolato nella maglia fuori dai calzoncini, con la regalità del ruolo. Powell arranca e ingoia il solito sapor amaro. Stavolta con mea culpa. «Ho corso troppo su Usain, se avessi pensato a me e alla mia gara avrei vinto». Ogni scusa è buona. Bolt fa pace con il cronometro (991), scende ancora sotto i 10 secondi come Powell che è abbonato (67° volta) ma si ferma a 993. Lemaitre inchiodato al 10 netti. Altra storia, Bolt marziano e fenomeno. Gli altri umani.
Ma che gusto! Roma non si è fatta mancare niente. E per la verità non ha fatto mancare niente a questo campione della gente. Del resto ben remunerato: al lordo di tasse è costato 400mila euro, il Golden gala ha toccato i 3 milioni. Però li valeva. Bolt è già entrato nella testa e nel cuore del mondo e più te lo trovi vicino più ti sembra il pelouche del tuo divertimento. Molto meno snob di Carl Lewis, molto più empatico (sì, Mourinho ci hai illuminato!) di Michael Johnson, show man e show business, fa tuttuno. Bolt mescola con leggerezza le sue qualità da fenomeno allesser fenomeno. E ne vien ripagato. Ieri sera pubblico da partita calcistica allOlimpico, più di 30mila persone, di tutto un po lassù sulle gradinate: famiglie e appassionati, curiosi e incuriositi, scolaresche con la prof. di ginnastica a menar il drappello. E lui ha concesso il fuoriprogramma, organizzato dallo sponsor: eccolo comparire unora prima dei 100 metri su una macchinetta che lha condotto per tutto il giro di pista, sbracciando, baciando, facendo il saluto militare, forse orgoglioso, magari sorpreso di quel bagno di popolo: godimento puro senza stille di tifo becero.
A Roma Totti e pochi altri avrebbero goduto di simile trattamento. Andrew Howe nei 200 cè andato vicino. Ha corso in esaltazione per 150 metri, poi ha mollato sul rettilineo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.