Paesaggio bucolico, vista sul lago, Caldaro, il più caldo delle Alpi, pubblicizzano le guide. Aggiungendo: «Una delle mete per chi ama godersi la vita». Lincanto dove non dovrebbe succedere mai nulla, tutto ordinato, pulito, persino troppo perfetto. Ma nella strada del vino, «Kaltern an der Weinstraße», come la chiamano qui gli «italiani-tedeschi» dellAlto Adige, ieri sera cera qualcosa fuori posto. Stonata. Cera una carrozzina bianca e azzurra lasciata in mezzo allerba. Abbandonata in una stradina tra le vigne, vicino a un pozzo, limbocco ad altezza terra. Ma dentro vuota, nessun rumore, oltre a quello del vento. Non un vagito, nemmeno un pianto in lontanza, non una madre a giocare nellerba col suo bebè.
Erano le sette e mezza della sera. Qui, dove settemila abitanti si conoscono tutti e la sera manco si chiude a chiave la porta di casa, alluomo che tornava a casa, quel passeggino non poteva non passare inosservato. Ha guardato, ha provato a chiamare. Nessuna risposta. Poi ha guardato nellacqua buia. Galleggiava qualcosa. Una piccola bambola rotta. No, era il corpo di una bimba.
Sono arrivati i carabinieri della compagnia di Egna, guidati dal capitano Angioni, i poliziotti, il magistrato Giancarlo Bramante, un elicottero, i vigili del fuoco. Quasi duecento persone a cercare di capire perché. Quella piccola bambola rotta, immobile e ormai silenziosa, era una piccina di cinque mesi. Uguale a tutte le altre, ma colpevole, forse, di essere nata con un difetto. La piccola Martina era affetta da Sindrome di Down. Chissà, sarà per questo che la mamma Evi Drescher, una casalinga di 34 anni, era caduta in depressione. Per questo era in cura. Ma evidentemente non è servito.
Perché una cosa sembra certa: non è stato un incidente. «Non cè finita da sola lì dentro», dicono categorici gli investigatori. Come ha detto lanatomopatologo Eduard Egarter, che ha esaminato la salma sul posto, il decesso dovrebbe essere avvenuto alle 18.30 e il corpo è rimasto nellacqua per unora prima del ritrovamento. Nessun segno di violenza.
Per tutta la notte un esercito in divisa, guidato dai cani delle unità cinofile, ha battuto la zona alla ricerca della madre. Con loro anche il marito della donna Enzo Bagalà, muratore calabrese di 45 anni, sotto shock e quindi non in grado di dare indicazioni su dove potrebbe trovarsi la moglie.
Gli investigatori, temono che possa aver deciso di farla finita anche lei. Ma non si può nemmeno escludere che sia fuggita, senza meta, senza scampo. Soltanto lontana dai suoi fantasmi. Dalla disperazione.
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