Le bombe sono anarchiche, ma la paura è l’Islam

Mentre si cercano gli anarchici responsabili dell’ordigno esploso nella notte tra mercoledì e giovedì in un corridoio dell’università Bocconi, torna l’allarme terrorismo islamico. Infatti se è vero che le indagini preliminari su Mohamed Game - il libico responsabile dell’attentato alla caserma Santa Barbara di piazzale Perrucchetti del 12 ottobre scorso - stanno per chiudersi e, a breve, verrà chiesto il suo rinvio a giudizio, l’inchiesta sui suoi complici è appena cominciata. Dopo l’analisi del corposo materiale scoperto sul computer di Game gli inquirenti, infatti, hanno creato una squadra speciale di investigatori che cercheranno d’individuare la filiera di islamici radicali diventati «proseliti» di Game nell’ultimo anno e mezzo.
«Si tratta di un gruppo di persone che ruotano intorno alla moschea di viale Jenner - spiegano fonti investigative - e che solitamente definiamo homegrown terrorists, cioè terroristi fai da te. Personaggi apparentemente innocui, incensurati, integrati o semi integrati, ma che professano un islamismo votato alla distruzione del mondo occidentale e che condividono quindi il pensiero di Game».
Il libico, che continua a non volersi definire un kamikaze bensì l’autore di un gesto dimostrativo, rappresenta sicuramente il soggetto più carismatico dell’attentato alla caserma.

E proprio il suo studio del Corano e soprattutto di sermoni ideologici dell’ala musulmana più estremista, emerso dai siti italiani e arabi, consultati su internet, ha fatto intuire agli inquirenti che non era estraneo a un contesto organizzativo o a filiere d’indottrinamento o reclutamento.

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