Boni: «Basta bivacchi di immigrati nei giardini»

Dopo la legge anti-kebab e le carrozze del metrò riservate ai milanesi, la Lega chiede di vietare gli assembramenti degli extracomunitari nei giardinetti della città. È il capodelegazione del Carroccio in Regione, Davide Boni, a scagliarsi contro i bivacchi «a ogni ora del giorno e della notte» e a sostenere che «le scende di degrado non sono più tollerabili». Come avviene da qualche giorno «in piazza Oberdan» dove si sono accampati da qualche giorno i rifugiati sgomberati un paio di mesi fa dall’ex residence di Bruzzano. Boni fa presente ad esempio che «negli Usa non si possono bere alcolici per strada». E i parchi «sono fatti per essere vissuti, non è possibile che alle 20 si riempiano di gente che dorme, e se c’è chi sta lì 12 ore, vogliamo sapere cosa fa o no?». Per questo il leghista chiede «più controlli da parte della polizia locale». Sul caso di piazza Oberdan torna anche il vicesindaco e capodelegazione del Pdl in giunta, Riccardo De Corato, facendo presente che «Boni ha perfettamente ragione, salvo il fatto che confonde rom romeni (che possono essere solo allontanati) con gli extracomunitari». In questo caso «non si tratta di rom ma di 50 rifugiati “di professione”, che pretendono casa e lavoro. Il Comune ha inviato tre sollecitazioni al prefetto negli ultimi dieci giorni ma questura e prefettura hanno deciso che interventi verranno fatti dalle forze dell’ordine. Conviene dunque che Boni si rivolga al ministro Maroni, perché il Comune più che denunciare il problema e inviare continuamente Amsa a ripulire la zona non può fare».
Di altro parere il capogruppo dei Verdi in consiglio regionale, Carlo Monguzzi.

«Non siamo certo tolleranti col degrado né con gli episodi di sopraffazione e prepotenza che ci sono in alcuni parchi milanesi - premette -, non pensiamo però che le badanti ucraine debbano stare solo in appositi ginecei e che gli amanti del basket peruviani debbano praticare lo sport in un sottoscala. Stiamo parlando di gente che nel nostro Paese lavora, paga le tasse e rispetta le leggi e anche di altri che sono in attesa di lavoro e di regolarizzazione».

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