Marcello Chirico
Ottocentosessanta emendamenti (scesi a 600 e rotti dopo lultima seduta di consiglio) presentati dalle opposizioni. Ma non solo: unintera amministrazione comunale - quella monzese - in châssis da combattimento, coi partiti dellUnione come alleati. Eppoi, volantinaggi davanti al Pirelli, manifestazioni di piazza, lettere di protesta inviate al governatore, lettera al Presidente della Repubblica per informarlo su quanto sta accadendo in Lombardia, un intero sito dei Ds dedicato alla questione Cascinazza (un terreno della Brianza fino allaltroieri sconosciuto ai più).
A giudicare da tutto quello che si è visto nei giorni scorsi (e magari si assisterà ancora da domani in poi, quando il pdl tornerà in aula), più che una legge sullurbanistica sembra che il consiglio regionale stia per decidere la soppressione di unintera città. Quella appunto di Monza, che col primo cittadino Michele Faglia si è messo in testa di bloccare - col sostegno del centrosinistra - lapprovazione della normativa regionale, che secondo lui lascerebbe la città, ma soprattutto larea della Cascinazza, «in balìa di interessi privati». Dove per «interessi privati» si intendono solo ed esclusivamente quelli di Paolo Berlusconi, un signore che quel terreno se lè regolarmente acquistato, ha ottenuto tutti i permessi per poterci edificare sopra, ma ha purtroppo la «sfortuna» di essere il fratello del leader della CdL e - come tale - là non ci deve costruire, e basta. E la Regione non glielo deve permettere facendogli una legge ad hoc.
«Sinceramente, sto pensando di querelare Faglia» annuncia a Il Giornale Davide Boni,lassessore regionale al Territorio autore delle modifiche alla legge, «perché il sottoscritto non si è mai sognato di scrivere delle norme per favorire chicchessia. Quello in discussione è un pdl pensato per 9 milioni e mezzo di cittadini lombardi, tra i quali cè pure Berlusconi. Io non sto a preoccuparmi se in qualche provincia della Lombardia cè un parente di Prodi o DAlema che sta per costruire qualcosa, perché scrivo leggi valide per tutti. Ma Faglia adesso, con le sue adunate di popolo e persino una lettera a Napolitano, sta esagerando, sta facendo di questa legge una questione politica».
Non è solo, è appoggiato dallintera Unione.
«Quella che, ricordo, uscì dallaula al momento dellapprovazione della precedente legge urbanistica, approvata poi grazie a un solo voto. Adesso sta contestando 2 modifiche su 20 al testo originario: sui luoghi di culto e sulla riduzione degli anni di salvaguardia del territorio. Norma, questultima, che mi è stata richiesta proprio dai sindaci».
Ma dai...
«Questo è il paradosso, a decine mi chiedevano di uniformare questa norma a quella nazionale proprio per non avere vincoli differenti dal resto dItalia. Adesso che lho fatto, protestano solo in tre: Faglia, il sindaco di Sesto e quello di Brugherio. Fanno muro contro Berlusconi proprio quelli che hanno fatto scomparire il verde dai loro comuni per far posto al cemento. Questo è razzismo allincontrario».
Sarà, ma non intendono recedere. Il sindaco di Monza sta persino coinvolgendo il Capo dello stato.
«E questo mi fa proprio innervosire. Pensare che nel mio ufficio conservo una lettera del 2004 inviata proprio da Faglia al mio predecessore nella quale chiedeva il rispetto delle allora norme di salvaguardia, in modo da poter costruire lui tutto quello che finora ha voluto nel suo Comune. Adesso, a un anno dal rinnovo amministrativo di Monza, Faglia si sta probabilmente rendendo conto che ha costruito troppo e contro il volere della gente e scarica le responsabilità sulla Regione».
Laltra norma contestata è quella sui luoghi di culto.
«Guarda caso protestano solo gli islamici, forse perché sanno che gli unici fuori norma con le moschee sono proprio loro. Come vedete, ci ho visto giusto».
Protesta pure lUnione, se è per questo.
«Le opposizioni purtroppo stanno portando avanti una guerra di classe contro Berlusconi e una guerra di cultura spalleggiando gli islamici, offendendo così il liberismo e i nostri valori culturali.
Come va a finire?
«Che domani, al più tardi mercoledì approviamo tutto. Perché non cè tempo di discuterne oltre, ci sono altri provvedimenti importanti da portare in consiglio come il Piano Socio-Sanitario»
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.