Boom di autonoleggi e chaffeur ma con i tassisti sono scintille

Affari d’oro e chiamate triplicate Nei posteggi c’è tensione: «Noi non togliamo lavoro a nessuno». La replica: «Chiedono cifre assurde»

Gaia Cesare

«Forse è stato il passaparola, forse il fatto che ci vedono, qui davanti all’aeroporto, in attesa dei clienti che hanno prenotato, e poi incuriositi vengono a chiedere informazioni. Di certo i nostri centralini scottano in questi giorni. Io dico che le chiamate si sono triplicate». Andrea, 33 anni, è uno degli chauffeur del servizio Ncc (noleggio con conducente) ed è la cartina al tornasole di un fenomeno dilagante. In questa giornata di attesa esasperata e di sorpresa per molti passeggeri in arrivo dalle mete turistiche e per altri che della mobilitazione dei taxisti milanesi hanno saputo solo all’ultimo momento, gli affari della sua compagnia di «car-sharing» sono esplosi. E non è un caso isolato. A quindici giorni dall’esplosione della protesta delle auto bianche, le ditte specializzate in autonoleggi stanno registrando un’insoltita escalation di richieste: almeno +20 per cento, dicono gli operatori del settore. E c’è da pensare che i numeri diffusi siano al ribasso.
I milanesi (e non solo loro) hanno trovato la via alternativa al taxi. «I clienti fissi consigliano il nostro servizio ad amici e parenti e così aumenta la mole di lavoro», raccontano dalla Milano Taxi Driver, società che opera in tutta l’area milanese, da Malpensa a Orio al Serio.
In molti, però, preferiscono non calcare la mano sui buoni risultati degli ultimi giorni, temendo l’ira dei taxisti. «Lo vede dove ho parcheggiato?», chiede Andrea, la cui Mercedes blu è a un passo da un folto gruppo di poliziotti appostati per placare eventuali tensioni. «Io qui mi sento più sicuro. Ho sentito che ieri hanno spaccato le antenne della vettura di un mio collega e a qualcuno hanno tentato di bucare le ruote dell’auto. Noi comunque lavoriamo per prenotazione e per chiamata, non togliamo il lavoro a nessuno». Voci, ovviamente. Un sentito dire che nessuno conferma, tantomeno le forze dell’ordine.
I prezzi - a quanto pare - sono poco più alti di quelli delle auto bianche: circa 35 euro dal centro a Linate e 70 per arrivare a Malpensa. «Siamo fratelli ibridi del taxi - aggiunge il giovane -. Le nostre tariffe sono liberalizzate da cinquant’anni, ma offriamo auto di alto livello, un ottimo servizio, che in genere non entra in competizione con quello dei taxi». Eppure dall’altra parte della strada, i taxisti in «assemblea spontanea» - provati dalla calura e dall’esasperazione - un po’ di rivalità, in questi giorni tesi, non la nascondono: «Spesso fanno il lavoro degli abusivi. Si piazzano qui e aspettano i clienti. Altro che chiamate per prenotazione», borbotta qualcuno.

«Ai turisti che vanno negli alberghi di lusso, tipo il Four Season’s, chiedono pure 70 euro, anche se il tragitto ne costerebbe non più della la metà. Io ho sentito di qualcuno che è arrivato a chiedere 500 euro dal centro a Malpensa».

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