Sanità privata low cost? Fino a poco tempo in Italia era impensabile: i più diffidenti pensavano subito ai dentisti di strada dei suk marocchini dove per pochi dirham si può rimediare l'estrazione di un molare, una dentiera di dubbia provenienza e la certezza di aver contratto un malanno. Poi però, complice l'abolizione delle tariffe minime, hanno iniziato a spuntare come funghi poliambulatori specialistici privati che vogliono coniugare qualità delle prestazioni e prezzi accessibili: la loro diffusione, e la conseguente promessa di un risparmio, hanno smesso di suscitare oscuri presagi negli italiani, tanto che per il mercato del low cost sanitario si stima una crescita del 20-30% l'anno.
Milano, Firenze, Bologna sono solo alcune delle città in cui poliambulatori hanno aperto i battenti negli ultimi mesi, tentando i pazienti con costi bassi e liste d'attesa azzerate.
E il vento in poppa per la sanità low cost ha iniziato a soffiare più forte con l'aumento dei ticket sanitari: in molti hanno intuito le potenzialità del business e si sono preparati a uno sbarco capillare sul territorio. Tra questi Welfare Italia, i cui primi azionisti sono Intesa san Paolo e il gruppo Banche popolari, che si è lanciata nello sviluppo di un nuovo modello di prestazioni: la sanità in franchising. Altro che profumi e intimo: l'ultima frontiera dell'affiliazione commerciale è quella della sanità a prezzi contenuti. Per ora sono 28 gli ambulatori in tutta Italia, ma l'obiettivo è arrivare a 135 entro il 2015. «Una visita oculistica? Da noi costa sui 70 euro - spiega il direttore operativo Paolo Pezzana- un’ecografia pelvica 60, una visita ginecologica con pap test 90 euro».
Come vanno gli affari? A quanto pare a gonfie vele: «Il centro odontoiatrico appena aperto a Firenze ha già l’agenda piena fino alla fine di febbraio: i medici chiedono 70 euro per la pulizia dei denti, mentre per un’estrazione si parte dai 60».
I privati low cost affilano le armi per vedersela con il loro competitor diretto: non le altre strutture private, ma il sistema sanitario pubblico che, in tempi di tagli e di ticket in aumento, sembra un colosso dai piedi d'argilla. Gli ambulatori di «Medici per tutti», progetto del centro medico Ambrosiano, si occupa, come recita il volantino di «visite mediche specialistiche con prezzi più contenuti del ticket del Servizio Sanitario Nazionale e con tempi di attesa più ridotti e servizi di eccellenza».
Angiologia, cardiologia, ortopedia sono solo alcune delle specializzazioni che vengono proposte e proprio come accade per il ticket sanitario nazionale, il loro costo è proporzionale al reddito: per i nuclei familiari con un reddito lordo inferiore ai 45mila euro e per le persone con un reddito lordo annuo inferiore ai 23 mila il prezzo delle visite è di 26 euro.
Un settore che ormai fa i conti da tempo con il low cost è quello dentistico: secondo i listini prezzo una pulizia a basso costo può aggirarsi intorno ai 40 euro, un’otturazione sui 50, un’ estrazione può costare dai 40 ai 130 euro a seconda dell’operatore e della complessità dell’intervento.
L'Ordine dei medici però raccomanda prudenza. Il dottor Mario Falconi consigliere dell'Ordine di Roma e suo presidente fino allo scorso 31 dicembre qualche perplessità ce l’ha: «I costi bassi sono benvenuti, ma chi controlla la qualità delle prestazioni? Chi assicura che il low cost non serva ad attirare pazienti a cui poi far pagare altri approfondimenti inutili?».
Al momento nessuno, ma l'Italia sembra ormai destinata a seguire le orme di paesi come l'Inghilterra dove il low cost è ormai sdoganato: basti pensare che la catena di supermercati Sainsbury’s, seguita a ruota dalla Morrisons, ha integrato i propri punti vendita con ambulatori di medicina generale a prezzi abbordabili. Chissà se anche in Italia il medico si sposterà dalla corsia dell’ospedale a quella del supermercato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.