di Michelangelo Bonessa
Il primo anno di vita del Museo del Novecento è stato positivo nonostante le polemiche. Non solo per i suoi numeri, ma anche per quelli degli altri musei milanesi che hanno vissuto un anno di grande crescita: dal Castello Sforzesco all’Acquario tutti hanno visto aumentare i visitatori e in alcuni casi, come il museo del Risorgimento li hanno raddoppiati. «Questa nuova istituzione è stata un buon volano anche per le altre grazie ai suoi indubbi punti di forza – ha commentato Claudio Salsi, direttore del settore musei del Comune – nonostante le critiche derivate dalle aspettative culturali che il nuovo polo aveva suscitato sia a livello cittadino che nazionale».
Nel complesso l’istituzione di Palazzo dell’Arengario è la punta di diamante del sistema museale meneghino: 1,3 milioni di persone hanno visitato i musei milanesi lo scorso anno e più della metà sono stati a quello di piazza Duomo. Buoni numeri, anche se non devono ingannare perché durante i primi mesi di apertura l’ingresso era gratuito: 700mila persone hanno visitato la nuova istituzione culturale dal 6 dicembre 2010, ma 453mila nel periodo di entrata gratuita. Nei successivi nove mesi ha mantenuto una media di 25mila visitatori al mese, un risultato che ha soddisfatto gli amministratori: «Questa è una media da esposizione – ha sottolineato Marina Pugliese, direttore del museo – non da museo normale, anche se sappiamo già che non dobbiamo illuderci: l’anno prossimo non andrà così bene».
Un anno per il quale già sono in programma alcune novità, come un corso di storia dell’arte in inglese a cui si potrà accedere gratuitamente con la nuova Card del Novecento, e che dirà quali risultati daranno iniziative come il gioco online, da ieri sul sito del museo. Un anno anche che è l’ultimo in cui tutte le spese previste sono coperte: il museo del Novecento infatti è sostenuto al 90% da fondi di privati e per ora gli accordi con questi ultimi coprono solo il 2012. Questi investitori sono tre e ognuno ha collaborato per aspetti diversi: Bank of America ha finanziato e contribuito alle esposizioni anche con parte delle opere d’arte di sua proprietà, Hunday ha affiancato finanziariamente e logisticamente il museo per il criticato spostamento del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, mentre Finmeccanica ha in programma anche le nuove acquisizioni che vorrebbe la dirigenza del museo.
Una delle pecche riscontrate nella collezione a disposizione di Palazzo dell’Arengario, è la mancanza di artisti donna. Una carenza a cui la dirigenza pensa di supplire con delle acquisizioni il prossimo anno grazie appunto al supporto di Finmeccanica.
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