Boom dei nidi aziendali, ora in città sono 15

Aprirà i battenti lunedì prossimo il nuovo nido aziendale voluto da Atm in zona Precotto. Trentasei i posti disponibili e una ventina i bambini, figli dei dipendenti, che lo frequenteranno. Si tratta del terzo nido aperto da Atm, dopo quello di Baggio, del Leoncavallo e quello presso il deposito di via Anassagora. A Precotto, come fa notare l’assessore alla Famiglia, Mariolina Moioli, «al momento non c’è particolare bisogno dei posti nei nidi». Ma tenendo conto che nel quartiere stanno sorgendo numerosi palazzi nuovi, di sicuro nei prossimi anni le domande aumenteranno. L’investimento per costruire la struttura è stato elevato (un milione di euro) e l’asilo andrà quindi sfruttato al meglio. «Con il nido - spiega il presidente di Atm, Elio Catania - vogliamo andare incontro alle esigenze dei dipendenti. Se la famiglia è tranquilla, il personale lavora meglio».
E così sale a 15 il numero dei nidi aziendali presenti a Milano e convenzionati con il Comune: una bella valvola di sfogo per dare posto a tutti i bambini che non trovano posto nelle strutture pubbliche. I prossimi apriranno in alcune sedi dell’Asl, nell’ospedale Policlinico e nella caserma Santa Barbara.
Quest’anno tuttavia la situazione posti sembra sotto controllo: ci sono ancora 9.200 posti liberi negli asili. La Moioli promette di sistemare tutti entro la fine dell’anno. «Dobbiamo organizzare l’accettazione delle domande - spiega - perché non è detto che la disponibilità dei posti coincida con la zona dove ci sono più richieste».
Il Comune guarda avanti e per i prossimi tre anni ha già studiato il suo piano d’azione. Ci saranno aree predisposte ad accogliere i lattanti e nidi «flessibili», con orari elastici o disposti ad ospitare i bambini solo per due o tre giorni alla settimana, in base alle esigenze delle famiglie. Il primo nido part-time sarà in via Forze Armate e avrà a disposizione una trentina di posti.


Sulla questione delle educatrici e della precettazione di luglio, la Moioli taglia corto: «Non è vero che le maestre sono state avvisate all’ultimo momento. Semplicemente non hanno avuto voglia di lavorare, nonostante gli incentivi che abbiamo proposto. I disagi sono stati numerosi a causa delle assemblee a singhiozzo»

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