Alla fine hanno sposato la linea Gelmini: quella della severità. Si temeva che i professori avrebbero boicottato, sul fronte del rigore, il ministro dellIstruzione. E invece - dati alla mano - gli insegnanti hanno stretto la cinghia degli scrutini. Il numero più significativo riguarda i non ammessi alla maturità, passati dal 5,5% del 2009 al 6,1% di questanno. È una notizia buona o è una notizia cattiva? Diciamo che è una notizia, e basta.
Ad essere analizzati, i primi 200 istituti delle sei regioni dove sono già stati giudicati 11.779 allievi; si tratta di una prima anticipazione rispetto ai dati completi che verranno ufficializzati nei prossimi giorni.
«Le cifre sono significative perché sono scuole scelte come campione attendibile per le loro caratteristiche sia territoriali e sia per il tipo di istituto», precisano gli esperti del dicastero di viale Trastevere. Per quanto riguarda la maturità 2010, gli studenti non ammessi hanno subito un incremento dello 0,6%: una percentuale in crescita costante nellultimo biennio. Se questa proiezione fosse confermata i non ammessi alla maturità sarebbero in Italia 28.500. Un record storico.
In crescita anche le bocciature. Analizzando, infatti, i risultati degli scrutini relativamente alle prime quattro classi delle scuole superiori, i dati disponibili segnalano un incremento significativo dei non ammessi. Rispetto all11,7% dei non ammessi alla classe successiva del precedente anno scolastico, questanno nelle stesse scuole la percentuale sale al 13,1%. Gli allievi promossi a giugno risultano quindi 62,9% mentre per più del 24% il giudizio è sospeso.
Impazza dunque il toto-percentuali. Con tanto di possibili chiavi di lettura e interpretazioni. Fatto sta che sul «diagramma» degli scrutini dei maturandi lo scarto tra ammessi e bocciati è rilevante. Ma rischia di portarci fuori strada rispetto alla domanda chiave: lesame di Stato - comè oggi - rappresenta una cosa serie o una farsa? Rispetto a questo interrogativo basilare, il dibattito sullattuale (presunta) «linea della severità», contrapposta alla passata (e altrettanto presunta) «linea della benevolenza», risulta piuttosto ozioso. Non sarà infatti un +1,0% o un -1,0% a cambiare in meglio o in peggio una prova che ormai riflette solo una liturgia didatticamente anacronistica, ultimo capitolo di un percorso scolastico dallo sbiadito profilo pedagogico. Un trend che il discusso obbligo, per lammissione allesame di maturità, del 6 in tutte le materie non sposta di una virgola.
In tale contesto le cifre fornite ieri dal ministero dellIstruzione possono significare molto, ma possono anche voler dire poco. «I risultati - sottolinea il ministero guidato dalla Gelmini - confermano landamento già registrato nellanno precedente, caratterizzato da una maggiore severità delle scuole. Laumento delle bocciature - evidenzia il ministero dellIstruzione -, si rileva soprattutto negli istituti professionali e nei licei. Diminuiscono invece i bocciati negli istituti tecnici».
Guai ad andare contro il noto «criterio di distribuzione gaussiana»...
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