Boom di progetti per l’opera d’arte, Sea sposta la scadenza

L’arte si sa, nobilita qualsiasi cosa. Ecco allora che la Sea in giugno ha bandito il concorso internazionale «La porta di Milano» per la realizzazione di un’opera d’arte proprio a Malpensa, recentemente caduto in disgrazia. Ma sembra che l’idea di elevarsi a salvatori dell’hub padano, oltre a 1,7 milioni di euro netti in palio, faccia gola a molti. Tanto che Sea ha dovuto far slittare i termini per la presentazione delle domande dal 20 luglio al 21 settembre per dare la possibilità a tutti di partecipare. «Dato l’elevato numero di domande, richieste di chiarimenti e spiegazioni su come partecipare e che documenti presentare, da parte di molte società estere - spiega Carlo Murelli, responsabile per la fase di affidamento - abbiamo deciso di prorogare la scadenza del bando». Sul numero di progetti finora pervenuti vige il più stretto riserbo. «La gara è ancora aperta e sono informazioni che non possono essere divulgate per non turbare il concorso», ma quello che è certo è che i progetti arrivano da tutta Europa, ma non solo, come da Israele e dal Giappone.
Come mai un progetto per lo scalo varesino? Nessuno stupore, anzi, si tratta di una storia vecchia: l’opera d’arte è un’opera necessaria per il completamento del progetto «Malpensa 2000», come prevede la legge 717/49 secondo la quale la realizzazione di un’opera pubblica deve prevedere anche un finanziamento per un’installazione artistica.
L’opera dovrà essere pensata e progettata per essere collocata presso il tunnel di collegamento tra la stazione ferroviaria di Malpensa Express e il Terminal 1, su una superficie di 1950 mq, un’area considerata strategica da Sea «in quanto rappresenta la “cerniera” tra aeroporto e territorio ed è attraversata quotidianamente da flussi di utenti» come si legge nel bando. Cosa dobbiamo aspettarci dall’estro di architetti, designer e creativi? «Uno spazio/percorso coperto e a verde di notevole valenza estetica e di impatto, che oltre ad attrarre per il suo prestigio intrinseco, possa diventare occasione di eventi e mostre e rappresentare la Porta di Milano».

L’installazione, insomma, non dovrà limitarsi a diventare il simbolo dell’aeroporto, ma dovrà anche essere vissuta dai passeggeri «come un’esperienza sensoriale e spaziale coinvolgente e completa, che dovrà colpire i passeggeri per il fascino di luce, colori, materia e suoni».

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