Eleonora Barbieri
da Milano
La Farnesina prova a mettere in guardia gli italiani ma, quando si tratta di programmare le vacanze, non c'è allarme che tenga, anzi: i paesi a rischio sono spesso i più amati e i prezzi, come vuole il mercato, si adeguano. Yemen, Nepal, Messico, Sri Lanka e Maldive non sono soltanto alcune delle mete più ammirate e fotografate sui depliant delle agenzie di viaggio ma, anche, località da «bollino rosso», quello che lampeggia sul sito viaggiaresicuri.it e che indica un soggiorno a rischio.
Il servizio, curato da Aci e ministero degli Esteri fornisce informazioni su ogni paese del globo, con un occhio particolare alla sicurezza: l'allerta più recente riguarda proprio le paradisiache Maldive (per una epidemia di febbre dengue), lo Sri Lanka (dove nuovi scontri e violenze hanno aggravato una situazione già a rischio) e il Messico, in fase di lenta ripresa dopo il passaggio dell'uragano Wilma. Ma anche il Kenia o Zanzibar - sicuri nelle zone turistiche, sconsigliati altrove -, la Libia e l'Etiopia possono trasformare la vacanza in un titolo di giornale. L'allarme può essere temporaneo, come nel caso dell'Egitto: ma è significativo che, dopo l'ultimo attentato, le cancellazioni siano state limitate, segno che gli italiani non temono di dover sopportare qualche pericolo di troppo, nemmeno in un periodo di relax. Analoga reazione dopo il recente sequestro di alcuni connazionali in Yemen: il paese è rimasto una delle mete più amate, complici spiagge chilometriche e mare cristallino. Chi parte è consapevole dei possibili inconvenienti ma, forse per fatalismo, non se ne lascia influenzare. O, magari, non disdegna la prospettiva di qualche avventura extra: «Alcuni partono proprio perché si tratta di una zona a rischio» racconta Pierre Orsoni, presidente di Telefono Blu. Senza dimenticare il risparmio: «Molti si organizzano le vacanze da soli, ma c'è anche chi acquista un viaggio dove altri hanno rinunciato, magari dopo un attentato, perché il prezzo è inferiore - prosegue Orsoni -. In questi casi le agenzie devono rimborsare o convertire il pacchetto, anche se non sempre avviene, tanto che sul nostro sito raccogliamo eventuali segnalazioni di truffe».
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