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Borini, il piccolo lord «regalato» dal Chelsea

Carlo Ancelotti, ai tempi del Chelsea, lo definì affettuosamente «un rompiscatole». Paragonandolo a Inzaghi, che alla sua età giocava in serie B a Verona. A Fabio Borini questo paragone non dispiace affatto. «In allenamento andavo sempre a pressare anche nelle partitelle e a dir la verità un po’ mi ci rivedo in Pippo», così la punta della Roma, autore domenica della prima doppietta in serie A che ha affossato l’Inter e lo ha portato a segnare più reti in stagione di Francesco Totti.
La vita calcistica del ragazzo non ancora 21enne della provincia di Bologna inizia nel settore giovanile felsineo, ma sboccia proprio al centro sportivo di Cobham, dove vengono allevate le nuove leve dei Blues. Sbarco a Londra nel 2007, è capocannoniere della squadra riserve nella stagione 2008-09, l’annata successiva approda in prima squadra con la quale debutta il 20 settembre nel derby con il Tottenham. La concorrenza nell’attacco dei Blues è però troppo altisonante per la giovane punta italiana, che viene così mandata in prestito allo Swansea: giocherà 12 partite, segnando 6 reti, contribuendo alla storica promozione in Premier League dei gallesi.
La sua avventura inglese finisce nel giugno 2011 - pare per un equivoco mai chiarito tra il suo procuratore e il club di Stamford Bridge - e Borini torna in Italia, vicino casa, al Parma. Contratto quinquennale ma subito la grande occasione: prestito alla Roma per 1,25 milioni di euro che nella finestra di mercato invernale diventa comproprietà per 2,3 (il diritto di riscatto è fissato a 7). Fino al 2016 la punta di Bentivoglio guadagnerà 2,8 milioni. Fabio ha cavalcato al meglio l’onda del progetto giovani di Luis Enrique e ha approfittato dello spazio creatosi nell’attacco giallorosso dopo l’infortunio di Osvaldo. Scalando posizioni con il lavoro e la caparbietà in allenamento. Cosa che piace tanto al tecnico asturiano, colpito dal look educato del «lord» made in Emilia nato in una famiglia di atleti. La loro recente visita a Roma gli ha fatto saltare l’ormai celebre cena con i compagni nel centro città, che ha portato uno strascico di polemiche. «Belle le cene di gruppo, ma qualche volta meglio restarsene a casa», il suo commento da calciatore filosofo.
La sua esultanza per un gol è una mano che mima un coltello tra i denti. «Nacque a Londra in un momento di difficoltà personale e l’ho affinata a Swansea perché io non mollo mai», ha raccontato di recente Borini, che è anche uno dei perni dell’Under 21, prima con Casiraghi e ora con Ferrara (3 gol in 14 presenze in Nazionale). «Fabio l’ho conosciuto 18 mesi fa - racconta il ct degli azzurrini -: prima di convocarlo chiamai Ancelotti che mi fece un quadro positivo del calciatore. E Carlo difficilmente sbaglia, Borini mi ha ripagato sul campo. Non mi permetto di dare consigli a Prandelli su chi convocare: Fabio, però...». Nella lista del selezionatore dell’Italia dei grandi, Borini ha sicuramente le quotazioni in salita.

Possibile che, se il suo rendimento sarà elevato fino al termine della stagione, gli venga già offerta una chance a marzo nello stage degli attaccanti della Nazionale. Un test per eventuali chiamate nel nuovo ciclo azzurro che partirà dopo Euro 2012 con le qualificazioni al Mondiale brasiliano. Il sogno più grande di «lord» Borini.

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