Decisamente simpatica labitudine medievale di mettere al primogenito il nome del padre, creando assonanze. Loggi, che lanagrafe è elettronica, potrebbe utilmente conoscere un revival e togliere dallimbarazzo i preti che devono battezzare italiani con nomi di fantasia (fantasia da rotocalco, in genere). Del Beato, fiorentino, di oggi laustera Bibliotheca Sanctorum così scrive: Sacerdote francescano, ebbe il dono della profezia e delle lagrime. Famoso predicatore, ebbe spesso anche s. Bonaventura fra i suoi uditori. Morì a S. Miniato in Toscana verso il 1290. Per coincidenza, anche s. Bonaventura è commemorato oggi. Ma cosè questo famoso dono delle lagrime che incontriamo spesso nei mistici? Questi piangevano ogni volta che meditavano sulla Passione di Cristo e sulla bontà di Dio, bontà che mettevano a confronto con le loro personali insufficienza e peccaminosità nonché con lindifferenza ingrata degli altri. Perché dono? Perché è inutile spremersi: non si può dispiacersi a comando, specialmente per quel che concerne uno morto duemila anni fa. Lasceta, tuttavia, più si avvicina alla Luce e più vede chiaro. E per fare lasceta basta cominciare con lesame di coscienza quotidiano. Man mano che ci si paragona, sempre più minuziosamente, al Prototipo (cioè, Cristo), le rispettive miserie emergono, eccome.
Quando lasceta arriva al massimo di quel che può fare, ecco che Dio stesso ci mette quel che manca. Ed è allora che uno si rende conto che, come dice s. Agostino, ci hai fatti per Te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te. Da qui le lacrime. www.rinocammilleri.itBorromeo Borromei
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