Marcello Zacché
da Milano
Non cè nessun mercoledì nero da raccontare, in Borsa. Ma ieri sera, scorrendo il listino italiano, vinceva chi aveva perso di meno. Risultato: lindice S&P Mib ha ceduto il 2,17 per cento. Telecom e Mediaset hanno toccato il minimo dellanno, e Fiat è andata in caduta libera. Il gigante delle tlc ha perso il 4,8% a 2,34 euro, mentre i titoli del Biscione sono scesi a quota 8,80 (meno 3,1%). Il Lingotto, dopo un attimo di sbandamento in cui il ribasso ha superato il 9% (forse anche per limmissione nel sistema di un ordine errato), ha limitato il danno a meno 5%, chiudendo a 6,63 euro. Un problema italiano? Nientaffatto: da Parigi a Madrid, da Francoforte ad Amsterdam, chi più, chi meno, nessuno ha fatto eccezione. Anche se Milano ha comunque meritato la maglia nera. Più tranquilla invece la situazione Oltreoceano, dove Wall Street è rimasta appena negativa (meno 0,7 per cento).
Tra i motivi scatenanti cè sicuramente la revisione delle stime sui ricavi 2005 da parte di France Télécom e di Alcatel, che ha innescato vendite su tutto il settore tlc. Appesantendo i mercati europei, che pure cominciano a scontare un rialzo dei tassi da parte della Bce. Mentre su Fiat ha pesato la crisi di Gm, che ieri è sembrata sullorlo della bancarotta. Tanto che lad del Lingotto, Sergio Marchionne, ha precisato che «non esiste il rischio di revocatorie» da parte degli americani.
Nessun mercoledì nero perché un 1-2% di flessione degli indici non è da allarme rosso. Ma certo, messe tutte in fila, queste ultime 4 settimane di ottobre fanno impressione: da 34874 a 32114 punti (tanto è sceso lindice S&P Mib) vuol dire -8,6% in 27 giorni: del 12,5% di crescita accumulato nei primi 10 mesi, è ora rimasto un misero 3,6 per cento. Numero che, benché sia un confronto non sempre corretto, richiama alla mente i rendimenti delle obbligazioni (se non quelle pubbliche, di certo quelle societarie).
Nessun mercoledì nero, dunque. Ma ottobre grigio-nero questo sì: in questi ultimi 31 mesi di rialzo del listino (lultimo minimo assoluto risale ai 20324 punti del 12 marzo 2003), questa dellottobre 2005 è la peggiore correzione al ribasso mai avvenuta. Ben più forte di quella della primavera scorsa o, ancora prima, dellagosto-settembre 2004.
Secondo gestori e analisti la grande correzione è già andata oltre il previsto e il rimbalzo che in questi 31 mesi è sempre puntualmente arrivato, ora stenta a materializzarsi perché la liquidità uscita dalla Borsa ha preso strade stabilmente diverse.
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