Borse affossate da realizzi e consumi Usa

Supermulta a Intel, il gigante mondiale dei chip per computer. La Commissione europea gli ha infatti imposto una sanzione record da 1,06 miliardi di euro per abuso di posizione dominante. Per l’antitrust di Bruxelles Intel avrebbe posto in essere pratiche anticoncorrenziali illegali al fine di escludere i concorrenti dal mercato dei microprocessori X86, il cuore pulsante dei pc. Anche questa volta dunque, come già accaduto nel caso Microsoft, è stata l’Ue a recepire le proteste dei concorrenti. A spingere l’indagine, infatti, è stata una denuncia di Amd (Advanced Micro Device), ossia il secondo produttore mondiale di microchip. Il problema è l’abissale distanza tra le due società: Intel ha infatti una quota di mercato pari al 80% e un fatturato di 37 miliardi di dollari. Amd, nonostante gli sforzi fatti per lanciare chip dalle architetture innovative, è al secondo posto ma distante anni luce con una quota di mercato pari al 20% e un fatturato di circa 6 miliardi di dollari.
Visti i numeri è facile capire che la capacità produttiva di Intel sia molto superiore a quella di Amd, e in un mercato come quello dei chip producendo molto è anche possibile praticare prezzi molto bassi. Per la commissione, Intel avrebbe praticato sconti a tutti i produttori di computer che avessero comperato il 95% dei chip a loro necessari da Intel. Ma non solo. Secondo la Ue, infatti, la società avrebbe imposto anche condizioni molto penalizzanti per il rimanente 5% fornito da Amd. Il gruppo californiano ha immediatamente smentito questa tesi. E l’amministratore delegato Paul Otellini ha spiegato che la società non ha mai imposto regole del genere ai suoi clienti. «L’Ue si sbaglia - ha detto Otellini - probabilmente non conosce il mercato dei chip che è particolarmente competitivo. Faremo ricorso contro questa ingiusta sanzione».
Secondo l’Ue invece tutti i principali produttori, ossia Acer, Hewlett Packard e Dell nonché i cinesi di Lenovo e Nec, avrebbero accettato l’imposizione. Oltretutto Intel avrebbe anche pagato Media Market, una delle principali catene di negozi di elettronica, per vendere solo pc con chip Intel. Il record precedente in fatto di multe era detenuto dal gigante americano del software Microsoft, che ha ricevuto una ammenda di 899 milioni di euro per la mancanza di cooperazione a seguito di una condanna per abuso di posizione dominante. Microsoft ha fatto ricorso, e la procedura è in corso di svolgimento.
La società di Bill Gates guida comunque ancora la classifica poiché il totale delle multe ricevute nel corso degli anni ammonta a 1,676 miliardi di euro. Anche nel caso di Microsoft l’indagine era partita da una denuncia di alcune aziende concorrenti sul fronte del software come era all’epoca Sun Microsystem oggi acquistata da Oracle. Del resto, la condanna non ha scalfito il primato di Microsoft nel campo dei software per pc e anche in questo caso gli analisti hanno già sentenziato che Intel resterà dominante.
Per la società pagare la multa (ma c’è il ricorso di mezzo) non è certo un problema dato che ha in cassa circa 12 miliardi di dollari. In Borsa l’azione non ne ha risentito chiudendo a -0,5%.

Mentre Amd ha chiuso in rialzo dello 0,7% I vertici di Amd, felici per la sentenza, hanno dichiarato: «Questo è il primo passo per ridurre il potere di un monopolio esclusivo sul fronte dei chip e ridare il mercato ai consumatori».

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