Borse in bilico, fino all’autunno si naviga a vista

da Milano

Navigazione a vista almeno fino all’autunno in Piazza Affari, dove la tempesta dei mutui subprime ha riportato l’orologio delle quotazioni indietro di tre anni, alla primavera del 2005. Visto che le acque restano agitate, gli esperti sconsigliano investimenti alla ricerca di facili guadagni ma assicurano che sul lungo periodo i margini di ripresa ci sono. A patto, quindi, di avvicinarsi alle azioni guardando almeno al 2009, anche se un piccolo recupero potrebbe concretizzarsi già alla fine di quest’anno.
Quella attuale è una crisi molto complessa, in cui si aggrovigliano la debolezza dell’economia, la corsa dell’inflazione e le fiammate del greggio. «Il quadro macro-economico è difficile, ma i listini si stanno avvicinando ai minimi dell’anno. L’esperienza insegna che quando un prezzo è troppo basso per vendere, diventa interessante per comprare», sintetizza Gianni Ferrari, esperto di Banca Mb, ricordando le numerose operazioni di delisting e di buy-back che stanno avendo luogo sui mercati internazionali.
Più in generale, le Borse rifletteranno l’andamento dell’economia mondiale e dei profitti delle società. «Oggi i multipli scontano un ulteriore rallentamento, ma non una recessione», interviene il direttore investimenti per l’Italia di Jp Morgan Asset Management, Valerio Salvati, indicando nell’inflazione un altro fattore di criticità. Soprattutto se il 2009 non rispetterà l’attesa di una corsa dei prezzi «più contenuta rispetto a quella attuale».
Gli occhi restano quindi puntati sul petrolio. A poche ore dall’invito del G8, l’Arabia Saudita ha annunciato che, dal prossimo luglio, produrrà 200mila barili in più al giorno per cercare di calmierare una materia prima giunta a prezzi considerati ormai «anormali» dallo stesso Re Abdullah: il brent è raddoppiato nell’arco di un anno.
Va detto, tuttavia, che Riyad «è isolata all’interno dell’Opec», avverte Salvati, sottolineando come l’intervento deciso non sia sufficiente: «Il fabbisogno giornaliero mondiale di greggio si aggira sugli 87 milioni di barili contro un’offerta di 85 milioni. A cui si sommano i contratti future e la speculazione, che a oggi pesa per 10-20 dollari», spiega l’esperto che lavora in uno dei colossi del risparmio gestito internazionale. Dal punto di vista dei cambi il dollaro ha invece «buone chance di recupero» contro l’euro, visto che la Federal Reserve dovrebbe progressivamente rialzare i tassi di interesse, «magari con un intervento anche alla fine dell’anno».
Questo impatterà, però, sul costo del denaro aprendo il rischio di ulteriori problemi sull’immobiliare.

Senza contare che, sottolinea Ferrari, a pesare sulle Borse sono stati non solo i subprime, ma il fatto che la difficoltà nel reperire la liquidità ha tolto margini ai fondi di private equity. Un’ulteriore incognita è rappresentata dalla Cina, alle prese con una lotta all’inflazione che ne rallenterà l’economia, togliendo al mercato mondiale un grande volano di recupero.

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