da Milano
Incerte, quasi senza bussola. Assorbito il colpo benefico del taglio dei tassi deciso venerdì scorso dalla Federal Reserve, le Borse sono tornate ieri a interrogarsi sui possibili sviluppi della crisi del settore del credito. E non hanno trovato risposte sufficientemente rassicuranti. Colpa delle cattive notizie provenienti dal mondo subprime, e anche del pessimismo manifestato da Richard Shelby, senatore americano e membro del comitato bancario del Senato, secondo il quale «il peggio deve ancora venire».
Le preoccupazioni di Shelby, che ha annunciato la prossima audizione delle agenzie di rating accusate di essere in parte responsabili della crisi, non trovano tutti daccordo. Rodrigo Rato, numero uno del Fondo monetario internazionale, ha giudicato «appropriato lintervento della Fed» e «ancora buone» le prospettive delleconomia mondiale; la Commissione europea si è rallegrata del «ritorno alla calma e alla normalità dei mercati»; e il premier Romano Prodi si è augurato che «questa lezione sia servita», pur dicendosi convinto «che la crisi è alle spalle». Per la verità, le dichiarazioni di Bruxelles e di Prodi sono giunte prima che la volatilità tornasse a scandire landamento di Wall Street (solo verso la chiusura il Dow Jones e il Nasdaq sono tornati al segno più, chiudendo in rialzo rispettivamente dello 0,32 e dello 0,14%), costringendo lEuropa ad assottigliare i guadagni realizzati in mattinata (Milano è salita dello 0,68%, le altre piazze fra lo 0,4 e lo 0,7%). A conti fatti, le ottime performance asiatiche (Tokio e Shangai in ascesa di oltre cinque punti percentuali, Hong Kong vicina a un progresso del 6%) sono state solo un rimbalzo successivo ai crolli di venerdì scorso, quando i mercati dellEstremo Oriente non avevano potuto beneficiare, a causa del fuso orario, delleffetto-Bernanke.
Sostanzialmente ignorate sia la crescita dello 0,4% del Superindice Usa (dato in linea con le attese), sia lennesima iniezione di liquidità della Fed (pronti contro termine a un giorno per 3,5 miliardi), le Borse si sono concentrate sulle notizie in arrivo dal fronte delle società più coinvolte nella crisi: come Countrywide, che ha dato il via ai licenziamenti nel settore prestiti; come Thornburg, costretta a cedere attività per 20,5 miliardi di dollari; e come Kkr Financial, che stima in 200 milioni di dollari la perdita legata ai mutui ad alto rischio.
Ma sono soprattutto le future mosse della Fed, la cui prossima riunione del Fomc (il braccio di politica monetaria) si terrà il 18 settembre, a tenere banco.
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