Borse, la miglior settimana da fine 2008

Uno strappo in avanti che lasciava intravvedere un nuovo rally, poi la chiusura con il freno tirato. Sui mercati europei, a fine giornata le Borse hanno segnato ieri rialzi decisamente ridimensionati rispetto alle ore precedenti, mentre l’euro dopo repentini balzi in avanti è addirittura tornato a calare a 1,34 dollari. Dinamiche simili sui titoli di Stato mentre la Gran Bretagna sembra minacciare di mettere i bastoni tra le ruote ai Paesi dell’area euro, nei loro nascenti progetti di riforma dei Trattati europei. Intanto dagli Stati Uniti è giunto un rapporto mensile con più ombre che luci sul mercato del lavoro.
Quella che si è chiusa ieri è stata però anche la settimana in cui i mercati azionari hanno accumulato il maggiore recupero dalla fine del 2008, e quindi possono essere state semplicemente fisiologiche le vendite di chi vuole incassare i profitti e metterli al sicuro, prima delle incognite del fine settimane in cui gli investitori, con i mercati chiusi, sono impossibilitati a defilarsi. A Milano il Ftse-Mib ha chiuso in rialzo dell’1,52%, dopo che nel corso della seduta era arrivato a sfiorare un +3%. Londra ha chiuso a +1,15%, Parigi a +1,12 per cento e Francoforte a +0,74 per cento. L’euro è prima balzato oltre 1,35 dollari, per poi ricadere a 1,3384 in serata. Dinamiche simili all’azionario si sono viste sui bond. Ieri è proseguita la netta moderazione dei rendimenti sui Btp italiani. Sulla scadenza decennale sono scesi fino al 6,42%, ma in chiusura sono risaliti al 6,68%. Lo spread, cioè il differenziale di rendimento dei Btp rispetto ai Bund della Germania, è prima calato a 423 punti base, poi è risalito a 455, ossia 4,55 punti percentuali.
Le parole usate nelle ultime ore prima dal presidente francese Nicolas Sarkozy, poi ieri mattina dalla Cancelliera tedesca Angel Merkel indicano chiaramente l’intenzione delle due maggiori economie dell’area euro di spingere i partner verso una vera unione anche sulle politiche di bilancio, oltre all’unione monetaria. La speranza dei mercati è che in questo modo la Bce possa essere spinta a manovre più aggressive a sostegno dei titoli di Stato.
Intanto negli Usa sono stati pubblicati gli attesi dati sul mercato del lavoro di novembre.

A sorpresa la disoccupazione è calata dal 9 all’8,6%, ma almeno in parte questo sembra derivare da un aumento delle fuoriuscite dal mercato del lavoro. Peraltro i nuovi posti creati, 120mila, restano su un livello non esuberante.

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