Le Borse si rialzano ma restano le nubi: debiti e stress test

Un brodino appena caldo: il giudizio forse più centrato arriva dai forum di Borsa, dalla gente che fa colazione con l’analisi tecnica e che ben prima di mezzogiorno ha già deciso se comprare o vendere. Difficile, del resto, interpretare in diverso modo i rialzi di ieri, quel nutrito e compatto movimento verso l’alto di quasi tutti i titoli che ha portato gli indici a crescere anche di oltre il 3%. Considerate le perdite della scorsa settimana (per tacere di quelle accumulate da inizio anno), trattasi di progressi corroboranti quanto, appunto, un consommé.
Non c’è una sola ragione dal punto di vista macroeconomico - cioè in quella grande area da cui arrivano le maggiori insidie per i mercati finanziari - alla quale ricondurre il mini-rally, spiegato dagli analisti con una sola parola: ricoperture. I problemi principali, infatti, restano sul tappeto. Una seduta di vento buono non polverizza i timori sul debito sovrano europeo, nonostante la Spagna abbia collocato senza problemi titoli a 10 anni per complessivi 6 miliardi di euro. Né cancella le preoccupazioni legate a una ripresa globale fragile, con ancora troppe zone d’ombra. Tutti temi che domani saranno affrontati dal numero uno della Bce, Jean-Claude Trichet, nella conferenza stampa che seguirà un direttivo dall’esito scontato, con i tassi destinati a restare ancora una volta inchiodati all’1%. Perché una recovery intermittente non ha forza sufficiente per sciogliere il nodo di una disoccupazione ai massimi da 10 anni, per riavviare i consumi e ricostituire quella fiducia tra famiglie e imprese che proprio il leader dell’Eurotower considera elemento imprescindibile per una crescita sostenibile.
Trichet ha negato ogni ipotesi di scivolamento in una nuova recessione (la famigerata doppia V), ma il quadro è complessivamente critico, con i governi che si muovono sul filo del rasoio: da un lato, devono evitare di soffocare la ripresa; dall’altro, hanno l’obbligo di risanare i conti pubblici. Impresa non facile, complicata da mercati sul chi vive. La seduta di ieri nelle Borse ha quindi tutta l’aria di essere una tregua, anche se in Europa l’indice Stxe 600 ha guadagnato il 2,57%. Allineata con Francoforte, Milano ha strappato un +2,7%, mentre Parigi e Londra hanno sfiorato un rialzo del 3%; ancor meglio Madrid (+6%), che ha tratto beneficio dal tutto esaurito dei bond iberici. Nel complesso, i mercati hanno ignorato il risultato deludente in giugno negli Usa dell’indice Ism dei servizi, che ha invece aiutato l’euro a chiudere sopra gli 1,26 dollari. Dopo un avvio brillante, Wall Street ha invece frenato (+0,13% il Dow Jones, +0,06% il Nasdaq un’ora dalla chiusura).
L’evoluzione a breve delle Borse resta comunque condizionata dai risultati degli stress test che verranno diffusi il prossimo 23 luglio.

Due giorni prima, secondo alcune indiscrezioni, Trichet riceverà a Francoforte i vertici delle maggiori banche europee proprio per discutere delle prove con cui si simula la capacità degli istituti di reggere a nuovi choc. Rumor non commentati dall’Eurotower, che si è limitata a ricordare come sia abitudine di Trichet incontrare un paio di volte l’anno i banchieri per «un dialogo informale».

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