Milano - Ancora una volta nelle Borse l’euforia esuberante muta rapidamente in ansia generalizzata e questa mattina in Asia i listini si sono orientati in ordine sparso, mentre in Europa risultano tutti al ribasso.
Il maxi-piano di salvataggio Nel finale della scorsa settimana le piazze finanziarie salutavano con balzi spettacolari il gigantesco piano annunciato dagli Usa per ripulire i bilanci delle banche dalle attività a rischio, e ridare stabilità ai mercati, oggi lo stesso piano viene guardato con diffidenza, sia per le potenziali ripercussioni nefaste sul bilancio degli Stati Uniti, che deprimono il dollaro, sia per dubbi sulla sua effettiva efficacia a mettere fine alla fase di crisi e accentuata volatilità delle Borse. Resta poi da capire cosa verrà effettivamente approvato dal Congresso Usa, dove i repubblicani vorrebbero misure esclusivamente mirate ai mercati finanziari, mentre i democratici premono per inserire anche aiuti alle famiglie e restrizioni sui bonus ai manager. Emendamento a cui si oppone il segretario di Stato Usa al Tesoro, Henry Paulson, e in caso di perduranti dissensi non è escluso il rischio di un veto del presidente George W. Bush sul pacchetto che uscirà dal passaggio parlamentare.
Paura nel Vecchio Continente Le Borse europee restano negative a metà seduta, influenzate dai timori di recessione negli Stati Uniti dopo il piano di salvataggio delle banche: c’è incertezza sull’approvazione da parte del Congresso, mentre per oggi si attendono gli interventi di Paulson e Bernanke. A influire sui mercati sono anche le quotazioni del petrolio, ieri in rally. Tra i settori in deciso calo le materie prime (Eurostoxx -3,73%), ma anche banche (-3,69%), assicurazioni (-2,32%) e costruzioni (-3,12%). Tengono solo le utilities (+0,95%) e il settore salute (+0,68%). Il Dax perde l’1,11%, il Cac40 l’1,6% e il Ftse100 il 2,18%.
Petrolio instabile Il deprezzamento del biglietto verde ha ancora una volta innescato acquisti di ricopertura sul petrolio, che sempre ieri ha messo a segno il più forte rialzo in assoluto su una singola seduta, a tratti con incrementi da 25 dollari al barile. Il contratto per consegna novembre del "light sweet crude" cede il 2,74% a 106,37 dollari al barile (109,37 ieri in chiusura). Lo stesso contratto per il brent arretra del 2,9% a 102,90 dollari (106,04).
Borse asiatiche in ribasso A Hong Kong oggi l’indice Hang Seng ha chiuso in caduta del 3,87%, a 18.872,85 punto. Shanghai ha siglato gli scambi lasciando sul terreno l’1,56%, Jakarta con un calo dell’1,26% e nel tardo pomeriggio l’indiana Bombay è decisamente orientata in negativo, con un meno 1,66% dell’indice Sensex 30.
Direzione opposta per la sudcoreana Seoul, che ha terminato la seduta in rialzo dell’1,44%, così come per la piazza di taiwan che ha messo a segno un incremento dell’1,17%. La prima Borsa della regione asiatica, Tokyo, oggi è chiusa per la celebrazione shintoista dell’equinozio di autunno. Ieri il Nikkei 225 aveva messo a segno un rialzo dell’1,42%- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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