da Milano
Ad accendere la miccia, allinizio della settimana, era stato il presidente francese, Jacques Chirac, con il sostegno del Cancelliere tedesco, Angela Merkel. Poi era toccato al nostro ministro dellEconomia, Tommaso Padoa Schioppa. Adesso è il turno di Jean-Claude Trichet, ma la sostanza non cambia: nel puzzle borsistico in via di composizione, lunione di più tasselli europei vince sullincastro tra Euronext e il New York Stock Exchange. «Non abbiamo alcun potere in materia - ha spiegato ieri a Madrid il presidente della Bce - ma è chiaro che il mio sentimento personale è che unopzione europea, a parità di condizioni, è preferibile a una soluzione extra-europea».
Le pressioni su Euronext, che si è già accordata con il Nyse accettando unofferta da 10 miliardi di dollari ancora da sottoporre allapprovazione dellassemblea dei soci (che potrebbe slittare a settembre o a ottobre), si stanno dunque facendo sempre più insistenti e potrebbero indurre il consorzio guidato da Jean-François Theodore a riprendere in considerazione lalternativa costituita dallaggregazione con Deutsche Börse. La partita, infatti, sembra ancora ben lontana dal fischio finale. Anche Borsa Italiana, pur avendo già avviato trattative per partecipare allintesa Euronext-Nyse, lascia la porta aperta a soluzioni alternative. Che non sembrano sgradite allamministratore delegato, Massimo Capuano, ieri a Zurigo in veste di presidente della Federazione delle Borse europee (Fese). «La Fese - ha detto Capuano - crede nella forza del mercato dei capitali europeo» e nella possibilità per gli investitori «di negoziare qualsiasi strumento in Europa, sia domestico, sia estero».
Nonostante Euronext continui a ribadire che un eventuale matrimonio con Francoforte si scontrerebbe con lAntitrust europeo, lamministratore delegato di Deutsche Börse, Reto Francioni, non si arrende.
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