Borseggiatori a 11 anni Restano liberi

(...) Accade tutto in corso Buenos Aires, nel pomeriggio di ieri. I due rom, entrambi di undici anni, si avvicinano a una ragazza che sta salendo le scale della metropolitana. La tecnica è la stessa di sempre. Mani rapide e pochi secondi per portare via un portafogli.
Questa volta, però, qualcuno se ne accorge. C’è chi vede, li blocca e chiama la polizia. Una volante arriva sul posto e li porta in Questura. Agli agenti, i bambini dicono di vivere nel campo nomadi di via Triboniano, e che da lì vengono spediti dagli adulti a derubare turisti e passanti. Anche per questo, sono «volti noti». I due, infatti, erano già stati sorpresi a borseggiare un’altra decina di volte. E, sempre, lasciati liberi perché troppo giovani.
Questa volta, però, un’auto della polizia li porta in Triboniano. Ma nel campo nessuno li riconosce. Viene chiamato il pubblico ministero di turno della Procura per i minorenni.

In questi casi, consuetudine e buon senso spingono i magistrati ad affidare i bambini che hanno commesso reati a comunità protette anche se i parenti più prossimi non sono rintracciabili, nella speranza di allontanarli dalla strada. Non questa volta.
Il pm, infatti, ha semplicemente disposto il rilascio dei due ragazzini. Che, in questo modo, sono di nuovo in strada. Fino al prossimo furto.

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