Boselli (Camera nazionale): «Servono aiuti pubblici»

«In quest’ultimo anno abbiamo tutti lavorato molto di più e guadagnato molto meno». Saverio Moschillo, produttore e distributore di diverse griffe fra le quali John Richmond e vice presidente della Camera nazionale della moda, riassume bene la situazione del settore. Traducendo in numeri: il calo di fatturato del 15% che il settore moda ha subito nel 2009 (calo che non ha precedenti negli ultimi vent’anni) entro l’anno sarà coperto solo in parte da un recupero del 6,5, come prevede la Camera. Ma questo non basta: «Servono gli aiuti pubblici». Soprattutto perché, sostiene il presidente della Camera Mario Boselli, «la ripresa è lenta e la situazione di Grecia e Spagna non aiuta, anzi, spinge i consumatori a non gratificarsi con beni superflui». Per questo ieri, durante la presentazione del nuovo consiglio direttivo della Cnmi (riconfermata la presidenza a Boselli, sono entrati come vice presidenti Anna Zegna e Giovanna Gentile Ferragamo, vice presidenti vicari Saverio Moschillo e Vittorio Missoni, mentre a ogni consigliere è stata conferita una delega speciale) l’appello alle istituzioni è arrivato da tutti. Anche se, fa notare Maria Luisa Trussardi Gavazzeni (che nel consiglio si occuperà di arte e cultura), «nonostante la crisi, il nostro settore vanta un saldo sulla bilancia commerciale di 11 miliardi, come nessun altro comparto. Ma dovranno arrivare gli aiuti pubblici agli artigiani che rendono unici i nostri prodotti, altrimenti rischiamo di perdere tutto».
Intanto i nostri stilisti fanno sistema, pensano a (ri)conquistare il mercato con «nuove idee e creatività», anche per far fronte a un calo dell'export che nel 2009 ha raggiunto il 20%. E pensano a difendere il prestigio e l'immagine del made in Italy, minati lo scorso febbraio dai diktat della direttrice di Vogue America Anna Wintour, che aveva «costretto» i grandi nomi a concentrare le sfilate milanesi in soli 4 giorni.

Da settembre - assicura Boselli - cambia tutto. «La settimana della moda milanese non subirà tagli: avremo un calendario di 7 giorni, con un paio di grossi nomi ogni giorno». Il segreto? «Abbiamo lavorato in squadra, ora pensiamo a creare belle collezioni».

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